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Da più parti e con insistenza si invoca la presa di una piazza per catalizzare la rabbia e lo sdegno e dare inizio a una sollevazione che ci liberi da Berlusconi. Ma più che una piazza noi crediamo che il momento decisivo sia uno sciopero che parli di precarietà, agisca nella precarietà e coinvolga precari e precarie. Certo, siamo stanchi di subire l’offensiva di questo governo che peggiora le condizioni di vita di lavoratori, precarie e migranti, e le immagini che provengono dal Maghreb ci trasmettono vibrazioni positive.
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È fuori di dubbio che Berlusconi sia una persona umanamente spregevole.
Però il disprezzo che proviamo per lui rischia di non farci capire perché questo individuo stia governando da quasi vent’anni. Di più, questo disprezzo rischia di nasconderci le ragioni profonde della “decadenza” italiana. Berlusconi è un progetto politico, messo in campo nel 1993 da un insieme di poteri economici e non solo, con lo scopo di governare il prevedibile declino economico che l’Italia avrebbe subito con l’avanzare della globalizzazione e la fine della supremazia dell’economia statunitense. Prosegui la lettura »
Domenica 13 Febbraio San Precario è sceso in piazza, e si è gioiosamente mescolato alla marea di persone al grido dimissioni dimissioni!
Leggi il volantino!
A dire il vero molte erano le nostre perplessità, di fronte ad un appello che si diceva femminile ma che di femminista aveva poco. I toni, le stesse parole d’ordine, facendo leva sulla giusta indignazione per lo stato delle cose, spesso scadevano in contrapposizioni stile sante contro puttane che di femminista hanno ben poco.
E per chi da anni ha intrapreso un percorso di analisi e di lotta sulle questioni del femminile non era facile accettare alcuni dei cartelloni che si vedevano in piazza. la volontà di portare al centro della questione femminile temi come le disparità salariali, gli ostacoli nella carriera lavorativa, l’uso dei corpi femminili come strumento di valorizzazione delle merci, fino alla mercificazione del corpo stesso delle donne, si scontravano con cartelli tipo “mia sorella è incinta, Berlusconi richiamala!” che facevano a dir poco girare le ovaie.
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Esprimiamo la nostra solidarietà a Giacomo e Simone, fermati e processati per diretissima per essersi avvicinati troppo alla reggia del sultano d’Italia
La sproporzione fra ciò che è accaduto e la reazione isterica dei media e della politica, con l’intervento addirittura del presidente della repubblica, ci raccontano molto bene lo stato di crisi e l’impotenza con cui la nostra povera italietta provinciale viene non-governata. Pubblichiamo il racconto di un devoto di San Precario:
Arcore e l’eterno ritorno della violenza.
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Correva l’anno 2008 quando Berlusconi consigliò alle ragazze precarie di risolvere la situazione “sposando un uomo ricco”. Fu così che durante la MayDay di quell’anno, a Milano, un gruppo di femministe allestì un carro rappresentando una donna vestita da sposa che, chiusa in una gabbia, si scuoteva con tutta la rabbia, la forza e la disperazione possibili. Già lì si trovavano condensati i termini della questione che oggi diventa lampante nelle Arcore’s night: potere, gerarchia, controllo, sesso, scambio economico ma anche corpo e rivolta.
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