Arcore: solidarietà e “testimonianza”

Esprimiamo la nostra solidarietà a Giacomo e Simone, fermati e processati per diretissima per essersi avvicinati troppo alla reggia del sultano d’Italia
La sproporzione fra ciò che è accaduto e la reazione isterica dei media e della politica, con l’intervento addirittura del presidente della repubblica, ci raccontano molto bene lo stato di crisi e l’impotenza con cui la nostra povera italietta provinciale viene non-governata. Pubblichiamo il racconto di un devoto di San Precario:

Arcore e l’eterno ritorno della violenza.


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Cartoline dalla Cina #4

china4Violenze di genere in Cina

Il 30 per cento delle donne cinesi subisce o ha subito violenza maschile, sia fisica, psicologica o sessuale. Lo ha affermato alcune settimane fa a Pechino la vice presidente della Federazione delle donne cinesi (ACWF la sigla in inglese) Yan Zhen.

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“Menare i ragazzi dei centri sociali per dare l’esempio”

danielesensi.blogspot.com


Lunedì. Primo pomeriggio. A Radio Padania sono convinti che l’aggressione di ieri al premier sia il frutto di un clima d’odio che mira a Berlusconi per colpire la Lega. Ed il consueto palinsesto viene modificato per lasciar spazio ad un’esamina degli atti violenti di cui i militanti leghisti sarebbero stati vittime negli ultimi anni.

Quando gli ascoltatori vengono invitati ad intervenire in diretta, giunge una telefonata che, giusto per gettare acqua sul fuoco, propone di sfruttare il momento favorevole (Maroni al ministero dell’Interno) per “mettere le mani addosso ai ‘capi’ dei centri sociali e fargli male, per dare l’esempio”.

La telefonata s’interrompe bruscamente. Un po’ di buonsenso avrà portato il regista a staccare la linea? Macché. “La telefonata purtroppo è caduta”, si lamenta il conduttore. Che non sente il dovere di spendere nemmeno una parola di deplorazione, ma che anzi si compiace di come il senso dell’intervento si sia comunque potuto cogliere.

Radio Padania Libera, ovvero l’emittente di un partito di governo. Il tutto mentre gli esponenti della maggioranza giocano a recitare il ruolo delle carmelitane scalze a fronte di una “opposizione sobillatrice d’odio”.

d.s.

Giornata della violenza SULLE donne a Milano

Lo striscione incriminato

Lo striscione incriminato

Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricordato nel suo discorso ufficiale che tra le donne italiane una su tre subisce maltrattamenti e soprusi. Mancano, nel conto di Napolitano, le botte che un gruppo di donne ha preso dalla polizia proprio durante il giorno della ricorrenza a Milano, in Piazza Cadorna.

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«Nei centri di detenzione si stupra» Tensione al presidio in piazzale Cadorna

milano.corrire.it – 25 novembre 2009

Nella giornata contro la violenza sulle donne

I carabinieri: via lo striscione. Ma i manifestanti si oppongono. Segue lo scontro, alcuni ragazzi contusi

Lo striscione esposto in piazzale Cadorna
Lo striscione esposto in piazzale Cadorna

MILANO – Una manifestazione non autorizzata nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Uno striscione che chiama in causa la polizia, colpevole secondo chi l’ha redatto di compiere stupri nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione per gli immigrati. L’intervento della Digos e dei carabinieri, il contatto, contusi e sangue a terra. È la sequenza di quanto accaduto mercoledì pomeriggio in piazzale Cadorna.

GLI SCONTRI – Un gruppo di manifestanti, in gran parte donne, si è radunato davanti alla stazione ferroviaria, srotolando uno striscione: «Nei centri di detenzione per immigrati la polizia stupra». Il presidio è nato spontaneamente, senza una sigla. Un passaparola tra amici, appartenenti a diversi gruppi antirazzisti o femministi, ma che si è esteso a studentesse, a signore di mezza età. La frase sullo striscione, un’accusa pesante che fa riferimento a un episodio accaduto mesi fa nel centro di via Corelli dove una nigeriana sarebbe stata stuprata da un poliziotto, mette in allarme le forze dell’ordine. Arriva la Digos, gli agenti chiedono di rimuovere il telo, i manifestanti si oppongono. «Parte la prima carica dei carabinieri» raccontano i presenti. Ci sono dei contusi. «Quattro ragazzi erano a terra, feriti, perdevano molto sangue». Lo striscione rimane al suo posto, secondo “contatto” tra militari e dimostranti. La tensione sale, finché viene deciso di arrotolare l’oggetto del contendere. Dopo qualche ora, in serata, la manifestazione si scioglie. A quanto pare nessuno è dovuto andare in ospedale. Probabilmente alcuni dei presenti, identificati dalle forze dell’ordine, saranno denunciati. «La cosa assurda è che tutto questo è successo nel giorno contro la violenza sulle donne» conclude una ragazza.