Primo maggio – Euromayday2009
A Palermo, Roma, Milano (e tutta Europa), precari e migranti festeggiano un
primo maggio di gioia e rabbia
vessazioni contro i migranti, paura del futuro, intolleranza sociale.
Eppure il consenso dei sudditi nei confronti dell’imperatore aumenta.
La crisi viene vissuta come un elemento alieno, come se noi non
contassimo niente, nel bene e nel male, nell’economia globalizzata. Nel
frattempo, la direzione in cui si muovono i governi europei è chiara:
proteggere con miliardi di euro le banche e le imprese che hanno
provocato la crisi. In questi anni la finanziarizzazione dell’economia
ha definitivamente trasformato il profitto in rendita e saccheggio. Per
questo è ancor più urgente una battaglia europea, oltre che italiana,
per l’accesso a un reddito
sociale incondizionato, sotto forma di denaro e anche di accesso a un pacchetto di servizi e beni comuni essenziali.
La risposta di Tremonti (Dio, patria e famiglia) è un abile modo di non
toccare i veri problemi sollevati dalla crisi. Il governo ha attaccato
il contratto nazionale, limitando il diritto di sciopero; le imprese
ristrutturano e precarizzano, licenziano e non rinnovano i contratti
precari, non investono ma cercano solo disperatamente di salvare i
profitti. Il «Piano casa» del governo è un regalo alla speculazione,
non offre risposte alla crisi abitativa, soprattutto ai precari –
giovani, single, migranti – che rivendicano il diritto all’abitare. Il
centrodestra propone meno diritti e qualche aggiustamento degli
ammortizzatori sociali; il centrosinistra, capitanato da Franceschini
detto Cuor di leone, ne propone l’allargamento. Ma ammortizzatori che
si applicheranno solo a una piccola percentuale dei lavoratori
servono
di più alla propaganda confindustriale che ai precari.
Dalle strade di Roma, Milano e Palermo la Mayday lancerà un percorso di
analisi, di agitazione, di critica a un modello di sviluppo
insostenibile. Noi precari e precarie, nativi o migranti, viviamo tutti
i giorni la precarietà sulla nostra pelle. Abbiamo il diritto di dire a
cosa aneliamo. Vogliamo cittadinanza e vogliamo un welfare che sposti i
diritti dal contratto verso la persona. Chiediamo la garanzia
del
reddito per poter rifiutare i lavori a più alto tasso di sfruttamento e
sfuggire ai ricatti
che ci impediscono di generare conflitto, lottare per i nostri diritti
e per la riappropriazione dei
beni comuni: casa, conoscenza, formazione
e informazione, mobilità, socialità, spazi pubblici
Ps: La rete Mayday dell’Aquila ha camminato con noi per tanti anni e
ora, sommersa dal terremoto, sta lottando per una ricostruzione
trasparente, partecipata, dal basso. Siamo dalla vostra parte!
Primo maggio 2009
Milano, Porta Ticinese Ore 15.00
Palermo Piazza Marina Ore 16.00
Roma, Porta maggiore. Ore 12.00
Berlino, Brema, Den Bosch, Gent, Gornja Radgona, Amburgo, Hanau, Helsinki,
Liegi, Lisbona, Malaga, Porto, Terrassa, Tubingen, Vienna.
Mayday: make them pay!
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