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Alzi la mano chi può giurare di averci capito qualcosa, del provvedimento definito Imu-Bankitalia. L’unica cosa chiara è che il tutto è stato approvato dal Parlamento italiano in modo molto poco democratico. Sono stati messi insieme l’abolizione della II° rata dell’Imu, e la ricapitalizzazione della Banca d’Italia, che pur non avendo nulla a che fare tra loro, sono un gran bello scambio tra lo Stato e gli interessi speculativi immobiliari e finanziari.
Ci spieghiamo: l’abolizione dell’Imu favorisce i redditi medio-alti e le rendite territoriali, mentre la ricapitalizzazione di Bankitalia raggranella nuove entrate per compensare i mancati introiti dell’Imu, ma soprattutto è un gran regalo alle banche italiane, in vista della creazione dell’Unità Bancaria Europea.
Ora, gli effetti dell’abolizione dell’Imu sono facilmente comprensibili da tutti, ma non lo è affatto l’operazione Bankitalia, quindi l’intera faccenda è stata tutto tranne che una decisione democratica.
Proviamo allora a dire a che serve questa operazione Bankitalia. Il primo obiettivo è consentire ad altri privati, oltre quelli che già ci sono, di diventare azionisti di Banca d’Italia, il secondo è consentire alle banche che sono gli attuali azionisti un aumento della patrimonializzazione, ovvero un indice che misura il finanziamento dell’impresa. Tanto più elevato è l’indice tanto più l’impresa si autofinanzia e meno ricorre a fonti esterne: ebbene questa cosa è essenziale se le banche in questione vogliono passare l’esame europeo.
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Chi fa (I)per sé fa per tre…
Lo scorso agosto Iper Orio ha comunicato alle organizzazioni sindacali l’intenzione di procedere al licenziamento collettivo di ben 120 dipendenti per crisi aziendale e conseguente riorganizzazione/ ristrutturazione del punto vendita. La società Iper s.p.a., che gestisce due ipermercati (uno a Orio al Serio e l’altro a Pescara), fa parte di un Gruppo cui fanno capo anche altre imprese (in particolare Iper Montebello S.p.a. e Fiordaliso s.p.a.) che svolgono la stessa attività di Iper Orio e al cui vertice vi è la holding Finiper s.p.a.
Iper Orio ha motivato la richiesta di mobilità riconducendola ad una riduzione degli spazi di mercato e del fatturato, conseguenti anche alla tanto invocata, proprio dalle imprese del settore, liberalizzazione delle aperture domenicali. Una confessione in piena regola: quella che veniva sventolata come la panacea che avrebbe rilanciato i consumi, l’occupazione e la crescita complessiva del settore della grande distribuzione organizzata si è risolta con centinaia, se non migliaia di esuberi del settore. Insomma, uno dei tanti esempi di “razionalità” del mercato!!!
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III° Incontro Accademia Precaria:
Diego Fusaro presenta “Bentornato Marx” in una serata di discussione sulla “coscienza e incoscienza del precariato”
Piano Terra, mercoledì 30 ottobre 2013, a partire dalle 19.00
Nella sua storia il capitalismo si è trasformato più volte cambiando ripetutamente il proprio volto. Al contrario la propria natura è rimasta la medesima: vorace e totalizzante. Il termine globalizzazione rappresenta per bene sia il suo “sfondamento” spaziale che la sua penetrazione vitale: infatti non vi è ambito di vita, della nostra vita, che non sia messo a profitto.
I soggetti sociali che fino a quarant’anni fa sembravano essere i protagonisti del destino del mondo capitalista, la classe operaia e la borghesia, hanno perso la loro centralità e pur non scomparendo sembrano aver smarrito il ruolo p/referenziale.
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Accademia Precaria presenta il n. 5 dei Quaderni di San Precario.
Piano Terra, mercoledì 22 ottobre 2014, a partire dalle 19.00
I Quaderni di San Precario, espressione del punto di vista precario, rivista autoprodotta dalla sapienza precaria, sono arrivati al n. 5. E’ un buon traguardo, senza dubbio. Ma ancora non ci basta.
Nel n. 5 continua la presentazione di lemmi della Piccola Enciclopedia Precaria (PEP) che, in questo numero tratta, tra gli altri, i temi della forma della repressione, meritocrazia, reddito, trappola della precarietà. Ma è sul tema, ambiguo e scottante, della meritocrazia che si dipanano alcuni contributi nella sezione “soggettività precarie”. Non possiamo negare che dietro il tema della “meritocrazia” si nascondano pulsioni e opinioni quanto mai ambivalenti, meccanismi di consenso ma anche forme di controllo dell’eccedenza e strumento della misura della condizione precaria.
Ma in questo numero si discute anche della condizione precaria degli “educatori senza diritti” delle cooperative sociali e delle lotte della logistica che hanno caratterizzato, con successo, la primavera scorsa. La sezione territori, infine, con il beneplacito di San Precario (apparso in sogno a perorare la causa del redito di base incondizionato), insiste nel trattare lo scottante tema dell’Expo 2015. Mancano 18 mesi al I° maggio 2015 ma i motori cominciamo già a essere oliati…. Saranno presenti i precari e le precarie che hanno reso possibile la pubblicazione di questo numero
Oggi pomeriggio ci siamo presentati al Boookstore Mondadori di Corso Vittorio Emanuele, noi attivisti di San Precario insieme ai ReRePre (Rete Redattori Precari), muniti di volantini e megafono per far conoscere ai lettori e agli impiegati delle librerie la realtà delle case editrici del gruppo.
“Sai come Mondadori tratta i suoi lavoratori?” era scritto sui volantini. “Il 50% dei lavoratori di Mondadori è precario, malpagato, sfruttato … Mondadori fa pagare la crisi ai suoi collaboratori, fregandosene della loro professionalità e della qualità dei libri”.
Infatti: da un censimento condotto dalla ReRePre nel 2012, si contavano circa 300 collaboratori precari nelle aziende di Mondadori Libri; a molti di loro, dopo anni di contratti a progetto illegittimi, quest’anno è stato chiesto di aprire una Partita Iva, e chi non ha accettato è stato lasciato a casa, senza nessun tipo di ammortizzatore sociale.
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