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Mancano meno di 3 anni ad Expo2015 ed ancora il progetto rimane sulla carta. Le criticità di questo grande evento sono tuttora irrisolte e l’impatto sul territorio rimane in prospettiva drammatico. Alla nebulosità del racconto di Expo2015 offerta da chi sta cercando di organizzarlo, questo dossier vuole contrapporre la chiarezza di chi ad Expo2015 si oppone ormai da anni (era il 2008 quando Milano vinse l’assegnazione all’evento e già il comitato NoExpo era costituito da mesi). Che cos’è un grande evento, cosa è accaduto in alcuni significativi precedenti Expo, che tipo di infrastrutture sono coinvolte in ciò che le istituzioni locali considerano un “volano” per l’economia: queste sono tutte tematiche che ci vengono presentate in forma di spot e sulle quali è il caso di esprimere considerazioni più complete. Ed ancora: chi sono gli attori economici coinvolti, quali sono le alternative al modello di sviluppo sottostante ad Expo, in che termini lo si definisce “insostenibile”….
L’autoinchiesta è tuttora un mezzo fondamentale per esprimere una posizione, fare informazione, produrre una conoscenza in grado di attivare processi resistenziali all’altezza dei tempi, per vivere un territorio ed i suoi cambiamenti in maniera attiva.
Exit Expo 2015 presenta “un punto di vista NoExpo” in grado di offrire una valutazione sui processi di trasformazione del territorio accelerati da Expo ma esistenti a prescindere da Expo. I modi per affrontare questa realtà sono due: o la si subisce o ad essa si reagisce.
dal sito Noexpo
Dossier ExitExpo 2015
Milano – Lunedì 26 Marzo al Liceo Carducci, Via Beroldo 9 (MM1 2 Loreto) ore 21 Assemblea metropolitana sugli obiettivi della manifestazione del 31 marzo: debito, lavoro, reddito, lotta alla precarietà, opposizione al governo Monti, difesa dei diritti, dei territori e dei beni comuni.
La contro-riforma del lavoro avanza a passo spedito, dietro la maschera di provvedimenti pseudo-tecnici. Ad esclusione del movimento No-Tav e dello sciopero della Fiom, non sembra ci sia qualcuno che alzi e provi ad opporsi ai velenosi frutti del governo Monti.
I dettagli allarmanti che trapelano dai mezzi di informazione prefigurano un peggioramento delle già precarie condizioni di tutte le lavoratrici e i lavoratori del nostro Paese. E ciò dopo che già era stato ridotto il livello delle pensioni e allungata l’età lavorativa. E’ la conferma finale che la precarietà e l’incertezza di reddito sono oggi le caratteristiche salienti del rapporto di lavoro, a prescindere da qualsiasi contratto o condizione professionale.
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Ieri in Val di Susa una comunità ha assediato una fortezza. Ieri lo Stato ha risposto a questo assedio con più di mille candelotti di gas lacrimogeno.
Lacrimogeni sul corteo, lacrimogeni nel bosco, lacrimogeni ad altezza uomo, lacrimogeni in faccia alle persone.
Ieri in Val di Susa c’era la gente in azione. Una comunità composta da una miriade di modi diversi di approciarsi alla vita, persone che salutavano dalla finestra chi si avviava verso i sentieri, persone che urlavano di rabbia mentre i lacrimogeni gli arrivavano in testa, una comunità che soccorreva chi era intossicato, gente fiera di ciò che è e sarà, persone che hanno fiducia in se stesse e non nello Stato, un gruppo coeso che avanzava, scappava, rideva, urlava, piangeva, gente che tossiva, si inerpicava per i sentieri, una moltitudine che si riempiva il viso di succo di limone, una comunità che ama la sua terra, fatta di colori e odori, persone che lottano contro l’ingiustizia e la tracotanza, un popolo sudato e accaldato, una folla che gioiva appena sentiva una buona notizia, una comunità che, nelle sue mille sfaccettature, era unita e forte.
Ieri in Val di Susa c’era chi stava da una parte e chi stava dall’altra.
Ieri la Val di Susa era stupenda.
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