Azienda. Appalto. Taglio dei costi. Sicurezza autocertificata. Precario. Morto.
La vicenda di Sarroch è troppo simile a quelle di Molfetta, Concorezzo,
Dalmine e di molte altre dove sono morti precari. Troppe.
Qual è la tragica fatalità di cui parlano quasi tutti i giornali e le tv in coro?
Se fosse un fatalità non sarebbe La Regola che insanguina il lavoro.
Un’equazione matematica. La maggioranza dei morti sono precari.
La vicenda di Sarroch è troppo simile a quelle di Molfetta, Concorezzo,
Dalmine e di molte altre dove sono morti precari. Troppe.
Qual è la tragica fatalità di cui parlano quasi tutti i giornali e le tv in coro?
Se fosse un fatalità non sarebbe La Regola che insanguina il lavoro.
Un’equazione matematica. La maggioranza dei morti sono precari.
Apprendiamo dalle scarse fonti che è possibile interpellare che Luigi
Solinas, il primo degli operai a entrare nel cunicolo del silos, era un
lavoratore a termine. Assunto da una società che ha in appalto i lavori
di manutenzione della Saras dei Moratti. E’ entrato per ‘fare in
fretta’. Nessuno lo aveva avvertito di quel che rischiava a pulire e
guardare dentro alla megacisterna piena di gas tossici. La formazione
alla sicurezza è un costo. Si perde tempo. Meglio far firmare al volo.
Firma qui che ti ho informato su quello che rischi. Firma che ti ho
fatto a vedere le procedure che devi seguire. Firma la tua condanna a
morte. Vuoi lavorare?
Ma le responsabilità di queste centinaia di morti, a cui si assomma un
altro buon numero di fantasmi invisibili, di infortuni mai denunciati,
sono chiare.
Responsabili sono le aziende e i loro dirigenti. Giù, giù fino ai
capireparto. Persone che fanno rischiare la vita ai loro sottoposti per
incrementare la produttività. Migliorare l’efficienza. Azzerare i
costi. Ottimizzare le risorse. Implementare. Ammazzare.
Responsabile è la Confindustria che ha fatto di tutto per annullare le
timide riforme della legge 626 voluta dal governo Prodi, mai entrate in
vigore per la smania omicida di eliminare i controlli, velocizzare i
tempi, autocertificare che ‘tutto va bene’.
Responsabili sono tutte le RSU e i sindacalisti che in questi ultimi
vent’anni hanno preferito voltare la faccia dall’altra parte. Chiudere
gli occhi sui subappalti. Sulla precarietà che ammorbava i posti di
lavoro. Li riempiva di insicurezza e silenzi. Di là gli assunti, sempre
più anziani e sempre di meno. Dall’altra i precari, i disperati, gli
indeterminati delle s.r.l. di 4 persone. Tanto loro non fanno tessere.
Non sono iscritti. E non votano per le RSU per il Cral, non decidono
chi entra negli Enti Bilaterali. I precari non contano per tutte quelle
briciole di potere ‘bilaterale’ che ci hanno portati alla situazione
attuale. Devono ‘fare in fretta’. ‘Muoversi se no non ti rinnoviamo’.
Il ricatto di perdere il posto è l’unica certezza che gli rimane.
Gli ‘enti bilaterali’ che bella invenzione. Come se il dottore ci
visitasse insieme alla Morte quando stiamo male. Oppure come se la
maestra dei vostri figli insegnasse che i Kinder Brioss fanno bene alla
salute e alla pelle. Come ha precisato Gianmarco Moratti sulla
Repubblica di oggi: ‘L’operaio non era assunto direttamente da noi’.
Sì. Però nel cunicolo ci è entrato lui ed è morto. Come tanti nostri fratelli precari che ci hanno lasciato la pelle.
Che il sangue versato dai nostri nuovi Martiri serva da monito.
A tutti i lavoratori, per riconquistare con determinazione la dignità e
i diritti perduti. Per assicurare un futuro sicuro ai propri figli,
sradicando la mortale precarietà dalla loro vita.
A chi serve la barbarie del liberismo, ne asseconda gli inumani fini,
scrive a pagamento dei suoi infausti successi, delle sue infami leggi.
A chi si illude di ‘riformare’ il mercato del lavoro introducendo
contratti a termine di 20 anni (Ichino, Emma Bonino, Morandi, Fioroni e
Treu), proponendo precarietà simile per tutti (Tito Boeri), o
proponendo un contratto precario unico (Podda della Cgil Funzione
Pubblica).
Solinas, il primo degli operai a entrare nel cunicolo del silos, era un
lavoratore a termine. Assunto da una società che ha in appalto i lavori
di manutenzione della Saras dei Moratti. E’ entrato per ‘fare in
fretta’. Nessuno lo aveva avvertito di quel che rischiava a pulire e
guardare dentro alla megacisterna piena di gas tossici. La formazione
alla sicurezza è un costo. Si perde tempo. Meglio far firmare al volo.
Firma qui che ti ho informato su quello che rischi. Firma che ti ho
fatto a vedere le procedure che devi seguire. Firma la tua condanna a
morte. Vuoi lavorare?
Ma le responsabilità di queste centinaia di morti, a cui si assomma un
altro buon numero di fantasmi invisibili, di infortuni mai denunciati,
sono chiare.
Responsabili sono le aziende e i loro dirigenti. Giù, giù fino ai
capireparto. Persone che fanno rischiare la vita ai loro sottoposti per
incrementare la produttività. Migliorare l’efficienza. Azzerare i
costi. Ottimizzare le risorse. Implementare. Ammazzare.
Responsabile è la Confindustria che ha fatto di tutto per annullare le
timide riforme della legge 626 voluta dal governo Prodi, mai entrate in
vigore per la smania omicida di eliminare i controlli, velocizzare i
tempi, autocertificare che ‘tutto va bene’.
Responsabili sono tutte le RSU e i sindacalisti che in questi ultimi
vent’anni hanno preferito voltare la faccia dall’altra parte. Chiudere
gli occhi sui subappalti. Sulla precarietà che ammorbava i posti di
lavoro. Li riempiva di insicurezza e silenzi. Di là gli assunti, sempre
più anziani e sempre di meno. Dall’altra i precari, i disperati, gli
indeterminati delle s.r.l. di 4 persone. Tanto loro non fanno tessere.
Non sono iscritti. E non votano per le RSU per il Cral, non decidono
chi entra negli Enti Bilaterali. I precari non contano per tutte quelle
briciole di potere ‘bilaterale’ che ci hanno portati alla situazione
attuale. Devono ‘fare in fretta’. ‘Muoversi se no non ti rinnoviamo’.
Il ricatto di perdere il posto è l’unica certezza che gli rimane.
Gli ‘enti bilaterali’ che bella invenzione. Come se il dottore ci
visitasse insieme alla Morte quando stiamo male. Oppure come se la
maestra dei vostri figli insegnasse che i Kinder Brioss fanno bene alla
salute e alla pelle. Come ha precisato Gianmarco Moratti sulla
Repubblica di oggi: ‘L’operaio non era assunto direttamente da noi’.
Sì. Però nel cunicolo ci è entrato lui ed è morto. Come tanti nostri fratelli precari che ci hanno lasciato la pelle.
Che il sangue versato dai nostri nuovi Martiri serva da monito.
A tutti i lavoratori, per riconquistare con determinazione la dignità e
i diritti perduti. Per assicurare un futuro sicuro ai propri figli,
sradicando la mortale precarietà dalla loro vita.
A chi serve la barbarie del liberismo, ne asseconda gli inumani fini,
scrive a pagamento dei suoi infausti successi, delle sue infami leggi.
A chi si illude di ‘riformare’ il mercato del lavoro introducendo
contratti a termine di 20 anni (Ichino, Emma Bonino, Morandi, Fioroni e
Treu), proponendo precarietà simile per tutti (Tito Boeri), o
proponendo un contratto precario unico (Podda della Cgil Funzione
Pubblica).
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