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Lunedì 24 marzo nell’Aula Magna dell’Università Statale, aperta per l’occasione, organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza, con la partecipazione dell’ordine degli avvocati milanesi, dei consulenti del lavoro, di Confesercenti, e ovviamente con il patrocinio di Expo SpA e del Comune di Milano, si è svolto il convegno: “Le regole del lavoro per Expo 2015“.
Anche San Precario è intervenuto, in un clima un po’ surreale, non solo per la presenza di un cospicuo numero di forze dell’ordine all’esterno e di agenti della Digos all’interno.
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Per discutere dell’organizzazione della Mayday 2014, convochiamo un’assemblea metropolitana
MERCOLEDI 5 MARZO ALLE 21.00 a PIANOTERRA via F. Confalonieri 3, Milano
A un anno dall’inizio di Expo 2015 e in contemporanea con la presidenza semestrale dell’Italia dell’Unione Europea, la partita si fa sempre più dura. E le menzogne ancora più pesanti. Dicono che sta per cominciare la ripresa economica, ma non ci dicono per chi. Sicuramente non a vantaggio dei precari e delle precarie, delle inoccupate e dei disoccupati, dei lavoratori autonomi eterodiretti o delle lavoratrici stabili precarizzate, o dei migranti.
Ma è vero, la ripresa c’è. E’ la ripresa delle rendite finanziarie: in un anno, il 2013, le borse sono salite di oltre il 20%, tanto quanto è aumentato il numero dei disoccupati e dei poveri. E’ la ripresa dei profitti, sempre più trainati dalla finanza e diretta conseguenza della riduzione dei costi del lavoro (leggi caduta dei salari) e dell’aumentato sfruttamento delle nostre vite. E’ la ripresa della speculazione dei territori e dell’abitare: da Expo2015 alla Tav. La rendita territoriale ha maturato ampi guadagni, lucrando non solo sulla commistione mafiosa che sta dietro le grandi opere, ma sul bisogno di case di chi è stato buttato sul lastrico dalla crisi. Un esproprio continuo di beni comuni, che deriva dalla morte della democrazia, sullo sfondo di un gioco politico di ricambio che conferma il diktat delle politiche d’austerity con la scusa del debito.
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Venerdì 28 Febbraio 2014 – ore 19.00 PianoTerra – Via Confalonieri 3, Milano
Un’analisi storica dell’Esposizione Universale, a partire dalla metà dell’ottocento, e delle pratiche che lo hanno caratterizzato, come gli zoo umani, necessari per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla missione civilizzatrice della cultura occidentale presso le altre popolazioni.
Nel corso della serata verranno proiettati diversi documenti fotografici dell’epoca.
Per l’occasione sarà allestita la mostra fotografica “Rimanenze e vuoti – Crystal Palace a Sydenham 1854 – 2009” di Alessandro Raso che illustra cosa è rimasto del sito della Grande Expo del 1854.
Viviano Domenici Giornalista e scrittore, nato a Livorno nel 1940, Viviano Domenici è stato per decenni caporedattore delle pagine Scienza del Corriere della Sera.
Ha partecipato a spedizioni di ricerca in tutto il mondo.
Leggo di Antonio Mastrapasqua, ora dimesso da presidente Inps per aver truffato la sanità laziale ma ancora saldamente ancorato ad una ventina di poltrone con relativi sostanziosissimi stipendi, e mi viene da pensare ad Expo.
Che c’entra, direte voi. C’entra per quando disse “Noi del’Inps non diffondiamo i dati sulle ridicole “pensioni” che prenderanno i parasubordinati, altrimenti rischiamo la rivolta”. Che faccia tosta.
Peggio di lui riuscì a fare solo la Meloni, che commentava “ma…. sarebbero pensioni ridicole solo se uno restasse parasubordinato tutta la vita” e scuoteva la testolina come se fosse una cosa che non succede mica. Noi precari sappiamo bene che è la regola. Cambierà? Rilanceremo l’occupazione? Ceeerto, a partire da Expo 2015!!
Ci hanno pensato i sindacati con Letta plaudente con l’accordo di luglio scorso. Han parlato di accordo storico, in grado di rilanciare l’economia italiana, quando vediamo tutti che si tratta di un’altra caterva di deroghe ai contratti di lavoro precarissimi e con contribuzione ovviamente ridicola. Fa curriculum, eh, aver lavorato, per Expo, poi si sommeranno tanti altri contratti intermittenti poco pagati e precarissimi, e oplá! dopo SOLI 43 o 44 anni circa (di contributi, non di lavoro, eh!) ecco una bella pensione da fame. Mica come quella di Mastrapasqua, che San Precario lo fulmini su una delle sue poltrone.
Chi fa (I)per sé fa per tre…
Lo scorso agosto Iper Orio ha comunicato alle organizzazioni sindacali l’intenzione di procedere al licenziamento collettivo di ben 120 dipendenti per crisi aziendale e conseguente riorganizzazione/ ristrutturazione del punto vendita. La società Iper s.p.a., che gestisce due ipermercati (uno a Orio al Serio e l’altro a Pescara), fa parte di un Gruppo cui fanno capo anche altre imprese (in particolare Iper Montebello S.p.a. e Fiordaliso s.p.a.) che svolgono la stessa attività di Iper Orio e al cui vertice vi è la holding Finiper s.p.a.
Iper Orio ha motivato la richiesta di mobilità riconducendola ad una riduzione degli spazi di mercato e del fatturato, conseguenti anche alla tanto invocata, proprio dalle imprese del settore, liberalizzazione delle aperture domenicali. Una confessione in piena regola: quella che veniva sventolata come la panacea che avrebbe rilanciato i consumi, l’occupazione e la crescita complessiva del settore della grande distribuzione organizzata si è risolta con centinaia, se non migliaia di esuberi del settore. Insomma, uno dei tanti esempi di “razionalità” del mercato!!!
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