Cash&Crash

L’articolo che segue è stato scritto in occasione della mayday del 2008, rimane validissimo, anzi essenziale per capire i mutamenti che la precarietà ci impone. Lo ripubblichiamo perché, con altri contributi, nati dalla sapienza di San Precario entro breve lanceremo un “percorso-vita” che porrà la centro, in tutta la sua potenza, un “punto di vista precario”, ovvero una narrazione di ciò che ci circonda fatta con gli occhi, con la mente, con il cuore dei precari e delle precarie. Ciò che proporremmo sarà un lavoro collettivo, condiviso e partecipato, non solo “nostro”, ovvero della comunità che anima questo sito. Chi vorrà collaborare a questa costruzione sarà ben più che gradito.

Stay tuned.

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Intervista a Mai Più Disoccupati

Mai Più Disoccupati è un gruppo nato su Facebook, ma che ormai agisce al di fuori della rete con campagne e iniziative pubbliche. A dispetto del nome, MPD non tratta solo di disoccupazione, ma anche di precarietà, reddito, welfare, lavoro e diritti dei lavoratori. Sebbene il persorso di MPD sia alquanto diverso dal nostro, abbiamo scoperto di avere molte cose in comune. Li abbiamo incontrati a Milano agli Stati Generali della Precarietà e li abbiamo intervistati.

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Cronache di una deportazione

Anche quel giorno Mimmo era agitato. Da due settimane dormiva pochissimo, un pensiero non gli dava tregua: 5 fratelli a 40 metri d’altezza ed un paese, l’Italia, che faceva finta di non sentire e di non vedere nonostante la gru di Brescia occupasse da molti giorni le prime pagine dei quotidiani nazionali. Il presidio, le cariche, i contatti con i gruisti, i cortei, gli incontri, l’entusiasmo, la pioggia: immagini da una lotta tatuate sottopelle. Poi ad un certo punto 9 fratelli egiziani tra i protagonisti della protesta vengono prelevati dalla Polizia, destinazione il lager di Milano: il Cie di via Corelli. Anche Mimmo, che in realtà si chiama Mohamed, è egiziano e si attiva subito per far qualcosa per i suoi connazionali, sa che il rischio che vengano espulsi è molto alto. Con questa inquietudine arriva lunedì 15 novembre in via Porpora a Milano: davanti al Consolato egiziano è organizzato un sit-in di protesta contro il trattenimento dei 9 ragazzi. Una delegazione (di cui Mimmo fa parte) viene fatta salire e i funzionari del Consolato negano di aver dato l’autorizzazione per la deportazione (comunicazione che nel pomeriggio verrà smentita dai fatti).

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Dicono di noi #3. Le richieste degli «atipici»

Questo articolo del signor Passerini ha sollevato una piccola diatriba. Il giornalista, firma di punta del Corriere lavoro, odiava profondamente San Precario, come molti suoi colleghi d’altronde. Non abbiamo mai capito il perchè , forse quest’astio era dovuto al fatto che il santo rendeva la precarietà un pò meno truce e un pò meno sfigata? Forse il giornalista non amava scrivere editoriali a mò di premessa per gli annunci del lavoro e gli sarebbe piaciuto di più scrivere per la Nera? O forse la figura del Santo era ingombrante e riempiva quei vuoti intepretativi nei quali il Walter (Passerini) avrebbe voluto sguazzare. L’ultima  ci è parsa sempre la più azzeccata. Sentite questa.

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La class action di San Precario

Malpensa, quando la class action ottiene più risultati di una causa in tribunale
Una class action con ottimi risultati. Ben oltre le previsioni. Dove non sono arrivati i sindacati, è riuscita l’azione collettiva di 220 assistenti di terra di Malpensa che, stanchi di aspettare uno scatto di livello e anzianità mai riconosciuti, hanno fatto causa contro la Sea Handling e, senza nemmeno doverne aspettare l’esito, hanno ottenuto molto di più. Proprio quando la battaglia legale, con in ballo circa un milione e mezzo di euro, stava per entrare nel vivo è arrivato un accordo collettivo: salto di qualità non solo per loro, ma per tutti i dipendenti della stessa categoria e nelle stesse condizioni, quelli di Linate compresi.

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Reddito di Base

San Precario

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