Operatori sociali milanesi in fibrillazione

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Qui la cronaca del presidio

Il Comune di Milano taglia sul servizio dei centri diurni. Ecco la risposta degli operatori:

Giovedì 27 Giugno 2013 alle 9.00 a.m. – Presidio degli Operatori Sociali
in Largo Treves 1 – Milano c/ Comune di Milano settore Servizi Sociali

Con una una comunicazione del 13 giugno 2013, inviata a tutti i gestori dei Centri Diurni della zona 8, da parte della Coordinatrice del Servizio Sociale della Famiglia della zona (Patrizia Riminucci) a nome del Comune di Milano, è stata annunciata una riduzione del servizio a soli due giorni alla settimana per i prossimi sei mesi a partire dal 1° luglio.

Ci è stato comunicato dai servizi sociali di zona in via informale, che dal 2 luglio, questa sarà la sorte che toccherà anche i servizi della zona 2. Crediamo pertanto che il taglio coinvolgerà tutti i servizi socio-educativi del Comune di Milano. Da qui, la decisione di mobilitarci convocando una prima assemblea generale aperta a tutti gli educatori e operatori sociali il giorno 20 giugno 2013.

In un contesto di crisi economica e finanziaria che si è andato affermando e che sta travolgendo l’intero Paese e il suo stato sociale, riteniamo che il modo migliore di fare fronte all’emergenza che ne deriva, sia valorizzare l’importanza dei servizi e delle prestazioni sociali in favore di chi versa in condizioni di difficoltà e svantaggio, (come peraltro afferma la nostra Costituzione) e non tagliare risorse al welfare con la formula del “non ci sono più soldi”.

La nostra amministrazione comunale, per un bilancio da far quadrare, raschia spiccioli dal fondo dalla pentola del sociale ma continua a finanziare le grandi opere.

Riteniamo che sia una politica scellerata perché non si tengono in considerazione i bisogni, i disagi, le situazioni di crisi che hanno dato vita ai progetti educativi individualizzati, la fragilità dei percorsi, degli individui, delle loro famiglie che faticosamente nel corso degli anni hanno provato a costruire coesione ed integrazione sociale attraverso i nostri presidi.

Riteniamo che ridurre la frequenza nei Centri Diurni ai minori, così come togliere risorse al sociale, sia l’ennesimo atto di spreco di denaro pubblico e del fondamentale lavoro svolto da noi operatori.

Riteniamo che sia compito delle amministrazioni, e di chi è deputato a progettare ed organizzare servizi e prestazioni di intervento alla persona, garantire il reperimento delle risorse adeguate a rispondere ai bisogni delle comunità territoriali di riferimento.

Questo tipo di intervento, inoltre, non solo grava sugli individui, le famiglie e le comunità che vivono in stato di forte disagio spingendole verso il baratro dell’emarginazione, ma genera un nuovo fronte di emergenza sociale per un numero elevato e non ancora quantificabile di educatori ed operatori che stanno ricevendo in questi giorni lettere di riduzioni degli incarichi orari di lavoro, comunicazioni di licenziamento o di mancata disponibilità di rinnovo contrattuale per i precari in scadenza.

Molte realtà del Terzo Settore rischiano di essere a loro volta cancellate da questa iniziativa di errata politica amministrativa: cooperative sociali, comitati, associazioni, aziende di promozione sociale sono a rischio di crollo e chiusura.

Il prezzo della salvezza di tali organizzazioni viene così fatto pagare a noi lavoratori che, sempre più ricattabili, siamo costretti ad accettare una crescente precarietà contrattuale e corrispettivi economici del tutto inadeguati al carico di responsabilità proprie di questo lavoro.

Riteniamo che la costruzione di una rete degli operatori sociali sia la risposta immediata da dare per affermare e denunciare il nostro disprezzo verso politiche che sottraggono risorse al sistema di sostegno sociale che generano inevitabilmente nuovo disagio.

Stanno togliendo diritti anche a noi che ci siamo sempre battuti per i diritti degli altri. È arrivata l’ora di rivendicarli con fermezza!

Operatori sociali milanesi

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