Expo 2015, basta con il lavoro gratuito

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In un precedente post, scrivendo a proposito di Expoprecarietà, dicevamo che «Expo può giocare sull’appeal del tema “nutrire il pianeta, energia per la vita” e sulla collaborazione del terzo settore per organizzare progetti nelle scuole e coinvolgere gli studenti». A tal proposito, l’amministrazione comunale di Rho ha recentemente aderito al progetto “Giovani per Expo”, proposto da Ciessevi. Informazioni dettagliate sul progetto si possono recuperare sul sito del Comune di Rho. In questa sede ci limiteremo ad una serie di osservazioni critiche su questo progetto che per noi altro non è che l’ennesimo modo di sfruttare manodopera gratuita. Terzo settore e cittadinanza attiva sono termini che identificano un sistema di principi e di relazioni (fiducia, reputazione, reciprocità) capaci di spiegare l’alta frequenza di comportamenti cooperativi. In questo senso, una delle macroattività del progetto in questione è quello di rendere i «Giovani protagonisti di esperienze di cittadinanza attiva: per avvicinare i giovani al volontariato in vista di Expo, saranno attivate sperimentazioni di service learning presso le scuole, promozione di attività scuola – volontariato/avvicinamento al volontariato, momenti di accoglienza in occasione di manifestazioni sportive, attività di sostegno al protagonismo, alla creatività ed all’imprenditoria giovanile».

 

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La Big Society

Annunciata per la prima volta da David Cameron nel 2009, l’idea di Big Society ha al centro il rifiuto di un governo troppo ingombrante e il trasferimento delle responsabilità dallo stato alla società civile, cioè le persone, le famiglie, le organizzazioni di cittadini. Si tratta del nome dato ad un’idea politica avanzata dal manifesto elettorale del partito Conservatore nelle elezioni politiche del 2010 ed ora elemento centrale dell’agenda politica del governo.
Una risposta da destra vicina al concetto di sussidiarietà.

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