La storia è nota: con soli tre giorni di preavviso l’assessore milanese  Terzi firma la delibera per l’apertura degli esercizi commerciali il  primo maggio. L’apertura è voluta dalla Moratti in vista del tornaconto  elettorale. I sindacati proclamano sciopero. I garantiti possono  scioperare, i precari no. I sindacati piagnucolano, sanno che non  funzionerà. Questo risultato è il frutto avvelenato di anni confusi e  infausti in cui la “festa dei lavoratori” si è trasformata in “festa del  lavoro”. La differenza è chiara: se si festeggiano i lavoratori questi  stanno a casa, se si festeggia il lavoro che male c’è a lavorare? Anzi –  questo è un suggerimento di San Precario alle parti più avanzate e meno  provinciali del liberismo nostrano – in una vera festa del lavoro i  lavoratori dovrebbero lavorare gratuitamente, col sorriso sulla bocca,  felici dell’opportunità.









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