¿il nostro tempo è adesso? Da sempre precari!

E’ interessante leggere le 10 proposte che la rete nazionale “Il nostro tempo adesso” ha presentato nell’assemblea nazionale del 19-20 novembre dall’ambizioso titolo “Liberiamoci della precarietà”. Si tratta di 10 punti, nella maggior parte dei casi, condivisibili. Chi non è, infatti, d’accordo con affermazioni “Contratto stabile per un lavoro stabile”, “Il lavoro deve essere pagato bene”, “Garanzia della pensione”, “Diritto di voto e di sciopero per i precari/e”, ecc.? Alcune preposizioni sono più discutibili, come la richiesta di “un reddito minimo di inserimento”. Inserimento dove? Se la precarietà — come viene velatamente riconosciuto anche da “Il nostro tempo è adesso” — è sempre più esistenziale, perché allora si parla solo di “continuità di reddito” (quindi solo erogato quando non c’è il lavoro) e per di più funzionale all’accettazione di un (qualsiasi) posto di lavoro? Se la precarietà è esistenziale perché la vita stessa è diventata fonte di valore, perché non avere il coraggio di chiedere una “garanzia di reddito incondizionato”?
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9, 16, 17, 1, 6: i precari danno i numeri

Quello che sta per iniziare è un mese di assoluto rilievo per ciò che concerne la lotta alla precarietà. Andiamo in ordine.

Il 9 di aprile ci sarà l’iniziativa “Il nostro tempo è adesso”, indetta da una serie di associazioni e realtà precarie e spalleggiata con forza dalla Cgil che ha messo a disposizione i suoi mezzi e le sue strutture. Dal 15 al 17 a Roma si terranno gli Stati generali della precarietà, patrocinati da San Precario, l’icona pop dei precari e delle precarie. Gli Stati generali giungono alla terza edizione è sono l’espressione più verace delle lotte autorganizzate dei precari e delle precarie. È una grande fucina di idee che riunisce comitati, realtà in lotta, gruppi grandi e piccoli, e una miriade di precari e precarie che si muovono più o meno coordinati a partire dal lavoro, dal sociale o dalla rete.

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