Rho (Mi), 15 e 16 gennaio 2011 ore 10.00
SOS Fornavce Via Moscova, 5 – Rho (Milano)
Stazione Rho Centro, Passante S5 e S6 (10 minuti da P.Za REpubblica, P.Ta Garibaldi): 10 minuti a piedi.
Quello che stai leggendo è un invito a partecipare agli Stati generali della Precarietà 2.0. Una due giorni di dibattiti, workshop, proposte su lavoro, precarietà e diritti, che segue le prime animate assemblee dello scorso ottobre. In soli tre mesi le controriforme dell’Università, il Collegato Lavoro, e gli accordi di Mirafiori e Pomigliano d’Arco hanno peggiorato un quadro già buio per la maggioranza dei cittadini.
I precari hanno il dovere di ribellarsi! Costruiamo insieme un punto di vista precario!
Inventiamo e proponiamo nuove forme di azione contro i ricatti aziendali. Pretendiamo un nuovo stato sociale fatto di cittadinanza, eguaglianza, rispetto dell’uomo.
Manuel è un uomo grande, non un grande uomo, solo un uomo grande. Ha grandi mani, grandi gambe e grandi braccia. Ha anche grandi labbra ma questo penso derivi dal fatto che Manuel è negro. Viene dal Ghana, Manuel. In italia nel 2011 essere negri e poveri è una sfortuna. Ma Manuel è un uomo grande e quando ci si mette, rende grande anche la sfortuna, tanto grande che Manuel è anche testimone di Geova. E uno dice: “Va beh poverino adesso basta!” No…no non basta mica. In italia Manuel fa l’operaio. E uno dice: “ Va beh è una sfortuna fare l’operaio?” Io non lo so se è una sfortuna fare l’operaio in italia nel 2011, ma Manuel lavora ad una macchina che vernicia e lo fa da anni. A insegnargli il mestiere c’era il signor Franco, dico c’era perché il signor Franco adesso è a casa e forse gli tolgono un polmone. E uno dice: “ Magari il signor Franco fumava” No sembra che il signor Franco non fumasse. I filtri della macchina funzionano male, non c’è tempo per fare la manutenzione e la polvere della vernice è dappertutto. E uno dice: “E insomma! Gli avranno dato la maschera per proteggersi!” Si, la maschera gliel’hanno data. Ma si lavora per otto ore con due pause di otto minuti ciascuna e non si può tenere la maschera per otto ore con due pause di otto minuti ciascuna. Uno rischia di impazzire. E quell’uno di prima dice: “Basta andare dai sindacati o dal responsabile alla sicurezza e spiegare la situazione”. Manuel ha spiegato la situazione ai sindacati e i sindacati dicono che: …già non c’è lavoro e tu rompi i coglioni?… Chi si è rivolto al responsabile alla sicurezza, chissà come non ha avuto il rinnovo del contratto e ha perso il lavoro. Manuel è negro, è testimone di geova è operaio in italia nel 2011, non può mica perdere il lavoro. Ha una famiglia e l’unico modo che conosce per procurarsi i soldi è lavorare. É proprio pieno di sfighe, Manuel. L’agenzia di lavoro interinale, per sostituire il signor Franco, gli manda persone nuove quasi ogni giorno. Perché alla macchina che vernicia non si può stare da soli. Inspiegabilmente quelle persone a metà turno lasciano la fabbrica e non ci tornano più. Neanche tempo di fare conoscenza e di parlargli un po’ di dio. Povero Manuel. Ieri in assemblea, gli operai dovevano decidere se accettare la proposta dell’azienda: “Per tre anni, bisogna fare trentasei sabati all’anno obbligatori col primo o il secondo turno. Tranquilli vi verranno pagati come straordinario!” Manuel non ci va all’assemblea, non saprebbe esprimersi, e ha paura che le sue motivazioni non sarebbero ben viste. Poi magari lo lasciano a casa e come fa? Manuel a fine turno è stanco, il rumore, le luci artificiali, la fatica, la maschera che ti fa respirare male, quella puzza nauseante, sempre in piedi. Mi dice che non riesce a scopare con la moglie, l’unica cosa che vuole fare è riposare. Manuel vorrebbe dire “fare l’amore” ma non sa se è abbastanza uomo il termine “fare l’amore”. Prima dell’assemblea passa un capoturno, un tipo piccolino che non sorride mai. Guarda Manuel, l’uomo grande, con le gambe grandi e le mani grandi, sa che potrebbe spiaccicargli la testa con poca fatica se fosse arrabbiato, guarda Manuel e gli dice: “ Allora lo fai questo sabato o no?” Manuel ha poco tempo per pensare, “cosa gli dico?” E pensa: “Io domenica vado in chiesa, mio figlio vuole giocare con me, vorrei fare l’amore, vedere un po’ di sole se ci fosse il sole in questo posto d’italia!” ma il capoturno insiste: “Allora!?”Non c’è tempo per pensare, l’accordo non è stato ancora firmato ma passano a vedere chi sono quelli che lo accetterebbero veramente o no. Manuel biascica una scusa a bassissima voce… “devo vedere cosa dice mia moglie…” Il capoturno fa finta di non sentire e incalza: “Allora sto cazzo di sabato lo fai o no!” E Manuel, l’uomo grande, che con una mano potrebbe spiaccicare la testa di quel piccolo capoturno, abbassa gli occhi e pieno di vergogna dice: “Sì.”
Ora l’uomo piccolo sembra un gigante e Manuel un bambino. Che sfortuna Manuel, negro, testimone di Geova, operaio in italia nel 2011 e adesso anche schiavo.
C’è un altra fabbrica e l’amministratore delegato di quella fabbrica, che guadagna mille volte quello che guadagna Manuel, vuole fare diventare tutti gli operai di quella fabbrica come Manuel. Vuole sentire tanti “Sì”.