Due giorni in Oregon hanno proiettato San Precario in una dimensione completamente diversa da quella vissuta dalle nostre parti. Il far west è qui, e tutto è differente. Il giro della West Coast per presentare Mayday e Intelligence Precaria mi porta a Portland, vecchia città operaia ora de-industrializzata e impoverita. Portland è famosa per le rose e le birre ma anche, negli ultimi anni, per essere uno dei luoghi più “cool” della costa ovest, dove controculture, do-it-yourself ed ecologia fioriscono. Il mio Virgilio è Kevin Van Meter, attivista di Brooklyn trapiantato nei boschi dell’Oregon e non ancora del tutto adattato alla vita locale. Con il collettivo Teamwork ha appena pubblicato una bibbia dei movimenti radicali americani che hanno resistito alla bassa marea della fine del movimento noglobal: Uses of a Whirlwind. Dopo una notte di chiacchere – la prima volta per me in tre mesi passati negli Usa – valeva la pena di fare un’intervista a Kevin sullo stato dei movimenti: presto potrete leggerla su queste frequenze.
Lo incontro al Red & Black Café, un bar/ristorante vegano/ infoshop autogestito dai lavoratori nel cuore del South East Portland, uno dei quartieri più anarcofricchettoni della città. La presentazione della Mayday si terrà lì, domani sera. Il R&B è famoso in tutta la west coast. Il suo logo è Springsteen di spalle e la scritta: The only boss we listen to. C’è bisogno di altro? Piccolo ma accogliente, nel suo stesso isolato c’è il paradiso del veganesimo: una fantastica bakery veg, un alimentari chiamato Food Fight! in onore di Animal House, nonché Herbivore, negozio di vestiti e una volta interessante rivista di pop culture vegana.
Kevin, reduce da esperienze politiche ben più organizzate di quelle dell’Oregon, mi dice che la situazione dei movimenti qui è atomizzata: ci sono gli ecologisti radicali, almeno quelli che non sono in galera a causa delle leggi speciali anti-terrorismo che hanno fatto piazza pulita degli ecoanarchici del northwest. Poi ci sono gli wobblies della IWW, che però sono pochi e organizzano pochi lavoratori. Poi i movimenti contro la violenza poliziesca, che hanno un gran seguito popolare – Portland è piena di gente povera che soffre le angherie della polizia – ma non riescono a fondare alcuna struttura politica degna di questo nome. Kevin sottolinea come ci sia uno scollamento generazionale assoluto: tra i giovani e le generazioni precedenti non c’è dialogo né continuità politica. La presentazione al Red & Black non attira molta gente, ma scorre liscia. A confermare i timori di Kevin, molti mi chiedono di repressione più che di conflitto.
Tre ore di Greyhound ed è il turno di Eugene, piccola città universitaria a sud di Portland una volta famosa per essere la base e il luogo di elaborazione teorica di ecologismo radicale, azione diretta e black blok. Furono gli anarchici di Eugene a contribuire in modo determinante alla rivolta di Seattle nel 1999. Spazzati via dalla repressione, hanno lasciato una tranquilla cittadina verde e ecologista ma senza i furori che la animavano fino a pochi anni fa. L’università, sebbene pubblica, è fortemente sponsorizzata da Nike (il suo fondatore ha studiato qui, come Matt Groening dei Simpson del resto) e lo swoosh è più visibile del simbolo dei Ducks, la locale squadra di football che sta facendo faville nella lega universitaria.
A Eugene mi accolgono Brenna e Pietro di Riseup.net, il collettivo nerd/hacker gemello di Autistici/Inventati. Mi raccontano di una città senza grossi sommovimenti, in cui il nuovo infoshop Bad Egg Books cerca di riaggregare con uno spazio sociale la comunità anarchica locale. Al Bad Egg c’è il pienone, e la discussione è la migliore che abbiamo avuto sinora. Sebbene tutti confermino che il livello, anzi i vari livelli, di intervento della Mayday sono impensabili per gli standard dei movimenti radicali Usa, il dibattito su uso dei media, ruolo dei brand e della comunicazione, reddito garantito e nuovo welfare è appassionata. Pietro, che è brasiliano, interviene sui diversi modelli di sostegno al reddito che sono al centro del dibattito anche laggiù. Johnny, del collettivo che gestisce il Bad Egg, è felice che il Santo abbia inaugurato la stagione dei dibattiti nel nuovo piccolo centro di aggregazione. Il giorno dopo c’è solo il tempo per una colazione vegana prima di partire per San Francisco.
Qui il report da Vancouver
Stay tuned
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