L’insostenibile precarietà  dei knowledge workers

Una tela tessuta pazientemente, anche se talvolta capitava che ciò che era
stato costruito di giorno veniva smontato la notte, dopo una feroce
ristrutturazione, un contratto di lavoro non proprio edificante o una legge
nazionale pessima. Fattori che non hanno tuttavia impedito a giornalisti,
lavoratori dello spettacolo, insegnanti, docenti a provare a sviluppare un
ordine del discorso «potente» e critico rispetto alle trasformazioni che
hanno caratterizzato il capitalismo degli ultimi trent’anni.

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Carta dei diritti dei lavoratori della conoscenza

Noi, lavoratori cognitivi dell’informazione e del settore dei media,
dell’editoria e dell’industria culturale, della scuola e
dell’università, della ricerca, dello spettacolo, della formazione e
della relazione, del design e della comunicazione, non solo non
pagheremo la vostra crisi ma, per porre un argine a questa deriva e
iniziare a invertire la tendenza, riteniamo necessario unirci e
riconoscerci su obiettivi comuni. Per questo rivendichiamo quanto
contenuto in questa Carta, che sottoponiamo alla condivisione dei tanti
e delle tante che si trovano a vivere la stessa condizione. Questi
documenti, frutto di un processo di general intellect che
intende proseguire, attendono dunque commenti e integrazioni.

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Manifesto dei lavoratori della conoscenza

In questo Manifesto i lavoratori della conoscenza si riconoscono e
definiscono che cosa è – e che cosa tende a diventare – la conoscenza
nella società contemporanea e chi sono i soggetti che producono, oggi,
conoscenza. Esso vuol essere un primo passo verso la costruzione
condivisa di una risposta nei confronti di tutte quelle forze
impersonali e soggettive che, in questo Paese, hanno da tempo dichiarato
"guerra all’intelligenza!

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Da consumarsi preferibilmente entro i 36 mesi

La storia di 6 ragazzi, ora, e di
circa 20 addetti che prima o poi si uniranno a noi.

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Un’altra redattrice si confessa

Ecco, come promesso, la seconda puntata delle narrazioni raccolte da City of gods tra i redattori editoriali della Rete re.re.pre. Anche in questo caso l’intervistata è una donna. Aspetto interessante del racconto della nostra eroina di questa settimana è, oltre all’immancabile descrizione di un’annosa precarietà, il fatto che segua da co.co.co l’intero processo di confezione di una rivista di settore. Continuate a seguirci, altre storie vi aspettano!

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Reddito di Base

San Precario

Quaderni di San Precario