Dalla gru alla torre: una battaglia di civiltà

Da Brescia a Milano continua la protesta dei migranti a più di 30 metri d’altezza, con un’ironica vignetta Vauro ha detto che per la prima volta ci guardano dall’alto al basso. Chissà come ci vedono da lassù.

Nell’estate 2009 a Milano 5 operai della INNSE erano saliti su una gru per difendere il loro posto di lavoro ed erano riusciti ad ottenere un duplice risultato: il primo è stato quello di salvare il posto in fabbrica ed il secondo, di più ampio respiro, di ridar voce agli operai, una categoria che sembrava destinata ai musei novecenteschi. Adesso anche i migranti, stufi di essere presi in giro da leggi-truffa e dalla totale assenza di diritti, salgono su una gru uscendo dal silenzio e  facendo accendere i riflettori sulla loro condizione di non-persone (come li definisce il sociologo Alessandro Dal Lago).



In Italia questa condizione riguarda circa 5 milioni di persone (secondo il Dossier Statistico sull’Immigrazione 2010 della Caritas): circa 4,2 milioni sono costantemente minacciati dalla paura di perdere il permesso di soggiorno (che aumenta nel contesto attuale di crisi), gli altri lo inseguono come una chimera, disposti a sborsare migliaia di euro anche solo per riuscire ad inoltrare una domanda.

Nel settembre 2009 il governo tramite una circolare del Ministero dell’Interno avvia le procedure per la regolarizzazione di colf e badanti, in realtà vi partecipano tutti i migranti che riescono a trovare un italiano compiacente che, dietro lauto compenso, accetti di presentare la domanda per loro. Infatti secondo la legge Bossi-Fini la possibilità per un migrante di vivere in maniera “legale” nel nostro paese  non è un suo diritto personale, ma una possibilità che gli viene data dal suo datore di lavoro.

A più di un anno dalla circolare di Maroni solo pochissime domande hanno ricevuto una risposta, e come se non bastasse una successiva circolare del Capo della Polizia Manganelli impedisce a chi ha ricevuto un provvedimento di espulsione di poter ottenere il permesso di soggiorno, anche se ha pagato i 500 euro per la domanda e i contributi INPS (oltre alla tangente al datore di lavoro). Questo è il motivo che ha spinto i migranti a salire sulla gru a Brescia e sulla torre a Milano. Dall’alto ci sembra di sentire la voce di San Papier che chiama a raccolta i suoi devoti in questa battaglia di civiltà e dignità. Siamo accanto a loro tutti i giorni, abbiamo una metropoli da condividere. A proposito siamo sicuri che San Precario abbia il permesso di soggiorno?

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