Cooperative tra appalti e ingiustizia

Ecco come le cooperative si spartiscono gli appalti ma si dimenticano delle educatrici lasciandole senza stipendio per tutta l’estate. Ancora una volta ci tocca affrontare la precarietà, causata dall’insicurezza lavorativa, dovuta al regime degli appalti. Stavolta quella delle educatrici e degli educatori del CoDeBri (Consorzio Desio Brianza) dopo la tragica gestione della cooperativa Cesed ormai in liquidazione, senza aver pagato stipendi e tfr ai lavoratori.

Con l’inizio del nuovo anno l’appalto, e i lavoratori di conseguenza, sono passati alle nuove cooperative unite nel Consorzio Comunità Brianza, un A.T.I. – associazione temporanea di imprese – formata dalle cooperative Tre Effe, Sociale della Brianza e Meta. Questo passaggio non è indolore e le nuove cooperative fin dall’inizio provano a imporre un contratto di part-time (verticale nell’anno) da settembre a giugno. Ma la protesta dei lavoratori – che si vedrebbero  cancellati gli stipendi da giugno a settembre – è alta, e il pacco viene rimandata al mittente, visto il dovere di rispettare i contratti in essere su quell’appalto.

A breve arriva la nuova proposta:  contratto sui 12 mesi. Ma, attenzione il fiocco impacchetta un’ altra sorpresa e cioè la spalmatura delle ore che si fanno da settembre a giugno su 12 mesi, comportando una riduzione media attorno al 20% reale sulla propria busta paga (in alcuni casi si arriva attorno al 25%, 1/4 dello stipendio).

Ma questo perché?  La risposta data dalle coop naturalmente è che manca il lavoro estivo, da giugno a settembre, in precedenza garantito dai centri estivi. Quindi, a loro avviso, i lavoratori dovranno per forza accettare questa riduzione. Così, anche se siamo in periodo di crisi, gli educatori dovranno stringere la cinghia e accettare una riduzione di quasi 200 euro per stipendio che spesso non arrivano ai 1000 euro.

Per fortuna esiste un “santo” che ci protegge e cospira con noi e ci fa scoprire che le stesse cooperative che hanno preso l’appalto e se lo sono diviso come una succulenta torta, gestiranno anche il lavoro estivo. Però, come ci ha insegnato questo brutto mondo, anche nel campo del sociale un lavoratore con un contratto è più costoso di un lavoratore cocopro o a progetto o con una delle tante forme di contratto precario e anche se si parla di persone che prendono 6 euro l’ora e che gestiscono i servizi estivi da oltre 5 anni, questo non interessa, come evidentemente, non interessa la continuità educativa visto che poi saranno gli stessi i ragazzi che seguiamo d’inverno a frequentare i centri estivi.

Ma veniamo alla riunione di lunedì 14 maggio tra le cooperative e le parti sociali. I lavoratori si sono presentati in bicicletta con una mozione che rifiuta di firmare contratti part-time verticali o orizzontali, e che rivendica la propria continuità di reddito. Le parti sociali, arrivate in bmw, hanno da prima intimidito più volte con urla e accuse i lavoratori, poi hanno chiesto addirittura alle cooperative di escluderci dal tavolo: una cosa gravissima che divide il fronte quando si sta trattando a nome dei lavoratori. Questa mozione rappresenta ormai quasi la metà dei lavoratori: almeno 10 volte di quelli rappresentati dal sindacato.

A questo tavolo naturalmente ci viene impedito di parlare di forme alternative per il sostegno al reddito, come cassa integrazione o contratti di solidarietà, perché il lavoro estivo c’è e le cooperative lo vogliono nascondere a questo tavolo, ma non potranno nasconderlo altrove visto che stanno facendo assunzioni.

Per arrivare alla sostanza sembra chiaro che queste cooperative non vogliono assumersi l’impegno preso con la gestione dell’appalto, di rispettare i contratti dei propri dipendenti, cosa sempre fatta dalle cooperative precedenti (anche prima di Cesed). Sembra chiaro inoltre che non si consideri più gli educatori come delle persone che vivono, pagano affitti o mutui, fanno la spesa e pagano le bollette, ma solamente come parte di un business che si usa solo e quando si vuole a secondo della convenienza e che la continuità educativa viene usata solamente quando fa gioco. Un finale già conosciuto del film della la cooperazione sociale.

Gli educatori e le educatrici del Consorzio Comunità Brianza (Tre Effe, Sociale della Brianza e Meta) chiedono che le cooperative si assumano l’impegno formale di impiegare gli educatori nei campi estivi rispettando i contratti in essere, dando precedenza alle continuità educative, non facendo nessuna nuova assunzione precaria prima di aver utilizzato tutti i lavoratori già nel loro libro paga.
Non accetteremo ancora ricatti. Ci opporremo legalmente. Ci troverete comunque, che vi piaccia o no, nei comuni e nei servizi assieme ai genitori che ci sostengono da anni con firme e petizioni per richiedere le continuità educative nei servizi comunali.

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