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Il workshop di sabato 15 gennaio, tenuto dall’associazione OppostiConcordi, si è concentrato sulla precarietà dei lavoratori degli eventi culturali-musicali, con particolare attenzione all’ambito delle feste e del ballo. Si ravvisa infatti un’estrema precarizzazione in questo ambiente lavorativo (nel quale si ricorre con estrema facilità al lavoro nero) ed un forte scetticismo nei confronti di chi vi opera, lavoratori ai quali spesso non è riconosciuta ne’ la qualifica di operatori culturali ne’ – spesso – quella di lavoratori in generale, limitando ogni iniziativa al concetto di “hobby”.
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Hanno partecipato al workshop: Comitato No Expo (Mi), Sos Fornace Rho, Abitare nella crisi (Rm), Next Emerson (Fi), Generazione precaria (Rm), Laboratorio in casa (Mi), Blocchi Precari Metropolitani (Rm); Cascina Aut. Torchiera (Mi), C.S. Cantiere (Mi), Abitanti San Siro (Mi), No tangenziale magentino, C.S. Micene (Mi), No f35 (No), Baluardo (Mi), studenti Torino, No Inceneritore Paderno (Mi), C.S. Eterotopia S. Giuliano M.se
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Il workshop Migranti nella precarietà: lavoro, lotte, razzismo ha discusso l’impatto dell’ultimo anno di lotte dei migranti sull’organizzazione complessiva del lavoro migrante e precario in Italia e in Europa. I passaggi fondamentali del 2010 sono stati le lotte di Rosarno, lo sciopero migrante del primo marzo, la lotta di migranti e italiani sopra e sotto la gru a Brescia e la torre di via Imbonati a Milano, la manifestazione regionale dei migranti dell’Emilia Romagna. Se tutte queste lotte, costruite e partecipate da lavoratori e lavoratrici migranti e italiani insieme, sono stati in modi diversi punti di svolta di grande importanza, lo sciopero del primo marzo ha forse rappresentato una prima esperienza di sciopero precario, e da questo punto di vista va ulteriormente analizzato. In ogni caso in tutte quelle lotte la condizione migrante si è mostrata come intreccio di condizioni di precarizzazione della vita e del lavoro.
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Se credete, come noi, alla potenza dei processi cooperativi, ebbene fidatevi: quella forza è stata con noi il 15 e il 16 di gennaio nel nuovo spazio occupato del C.S. Sos Fornace in via Moscova 5 a Rho (MI). Ecco un esempio concreto di ciò che intendiamo per costruzione del comune: in 48 ore il punto di vista precario è diventato un’intuizione collettiva, colma di promesse. Slogan scandito in ogni intervento, ha palpitato nelle stanze, ha girato e rigirato, si è trasformato in passaparola. Quando, nel freddo di gennaio, centinaia di persone si mettono a ragionare all’unisono sull’importanza di scommettere sulla costruzione di un punto di vista precario possono anche accadere miracoli. Intanto l’indomani, dopo settimane, Milano si è svegliata con il sole.
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