A proposito della cd. Riforma Gelmini.
|
|||
A proposito della cd. Riforma Gelmini. In questo scritto, riporto alcune annotazioni di una lettera dell’Associazione Italiana di Psicologia in merito ai presupposti punti meritevoli del DDL Gelmini sull’Università. Volutamente si tralasciano le critiche più comuni, ovvero il taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario, il maggior potere dato al Consiglio di Amministrazione nel momento stesso in cui esso si apre ai privati con elevata capacità di condizionamento delle politiche didattiche e di ricerca degli Atenei, la possibilità di reperire fondi tramite l’istituzione di Fondazioni di diritto privato, premessa per una privatizzazione dell’università pubblica, incremento della già elevata precarizzazione della figura dei ricercatori, con la scomparsa del ricercatore a tempo indeterminato, il processo di indebitamento degli studenti (finanziarizzazione dell’università).
Il Manifesto – 21 luglio 2010 Roberto Ciccarelli «Il disegno di legge Gelmini sull’università è inemendabile. Va solo ritirato. Questo dovrebbero dire domani le opposizioni in Senato – afferma Domenico Pantaleo, segretario della Federazione dei lavoratori della conoscenza (Flc) della Cgil – Bisogna proporre un modello radicalmente alternativo contro il progetto del governo che mette in competizione gli atenei, ridimensiona il ruolo dei Senati accademici, accentra il potere nelle mani dei rettori, cancella la ricerca dall’università, oltre che il diritto allo studio». È una critica al Pd che ha comunque promesso di dare battaglia in Senato? È possibile che il governo accetti di rifinanziare l’università dopo l’approvazione della riforma? L’opposizione alla riforma cresce ma è ancora frammentata. La Crui ha una posizione debole in attesa di segnali dal governo. Non c’è il rischio che in autunno la mobilitazione resti isolata? Cosa proponete di fare quando il Ddl arriverà alla Camera e incrocerà la nuova finanziaria? Questa agenda l’avete proposta l’anno scorso quando avete convocato un’assemblea con i ricercatori precari alla Sapienza, ma non sembra avere avuto molto seguito nella Cgil… La grande maggioranza dei lavoratori della conoscenza sono intermittenti, lavorano a progetto o in autonomia, pochi saranno stabilizzati, gli altri no. Per difendere queste persone non c’è bisogno di un salto culturale anche da parte del sindacato? |
|||
This opera by precaria.org is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia License. Based on a work at www.precaria.org Powered by WordPress & Atahualpa |