‘La natura del rapporto contrattuale in essere non consente la convocazione di un’assemblea presso i locali del Comune di Milano’. Questo il secco contenuto del messaggio mail inviato ad alcuni rilevatori del censimento dal Direttore del Settore statistica del Comune di Milano, Domenico Senisa.
I lavoratori, che nonostante lavorino dallo scorso settembre non hanno ancora visto 1 euro del loro compenso, avevano inoltrato al responsabile del Censimento una richiesta di assemblea all’interno del centro di raccolta di via Marsala 8 tramite i rappresentanti sindacali comunali, così come prevede lo Statuto dei Lavoratori. Incontro secondo i precari indispensabile, visto che oltre alla questione dei pagamenti, lamentano una disorganizzazione totale nella raccolta e nella gestione dei dati del censimento da parte del Comune di Milano.
L’assemblea si era svolta lo stesso, lunedì 30 gennaio alle 17 presso una sala della sede di via Marsala, nonostante una corpulenta funzionaria comunale fosse intervenuta per ribadire il divieto di assemblea, chiedendo espressamente ai rilevatori di abbandonare i locali. Le versioni a questo punto divergono: nessuno vuol assumersi la responsabilità dell’azione repressiva che ha interrotto l’assemblea. L’Amministrazione Comunale nega di aver avvisato la Polizia, scaricando la responsabilità ai vigili presenti nella sede comunale. La Polizia, accorsa con almeno 10 uomini della Digos, afferma che la chiamata è arrivata dal preside della scuola Pacle che ha sede nell’istituto. Fatto sta che gli uomini in borghese della Questura della vicina via Fatebenefratelli hanno dato ai lavoratori mezz’ora per abbandonare i locali, interrompendo di fatto l’assemblea.