Ma cosa c’entra una tazza di caffè se stiamo scrivendo dell’incontro tra gli Operatori del Sociale del 5 maggio 2013?
Andiamo con ordine. Nella prima domenica del mese di maggio 2013 50 operatori del sociale di – quasi – tutta Italia e un rappresentante degli utenti di Torino, si ritrovano al Piano Terra di Milano con il pretenzioso intento di creare un coordinamento nazionale.
Nulla di nuovo sotto il sole direte voi. Potremmo allora citare più o meno inopportunamente, K. Gibran quando dice che “una sinfonia dice in ogni momento una sola grande cosa. A volte due o tre grandi cose e poi la ripete ancora e ancora ogni volta in modo diverso”.
L’atmosfera tra gli operatori è carica e c’è voglia di discutere e di fare insieme anche perché per molti questo incontro quasi-nazionale è una boccata d’ossigeno rispetto all’asfissia di certe situazioni locali, che sono tali non solo per la loro tragica condizione contrattuale ma anche per … se riuscite a terminare la frase avete anche trovato il senso dell’immagine della tazza, altrimenti vi consigliamo di proseguire la lettura.
Alcuni tra i lavoratori si sono già conosciuti negli anni di lotte e tentativi di coordinamenti tra i collettivi. Ma si sa, i tempi cambiano e c’è sempre un “buon” motivo per rimettersi in pista.
Molti altri però sono facce nuove che hanno risposto al tam tam di facebook e hanno attraversato mezza Italia per partecipare all’assemblea. E’ divertente sentire i diversi accenti nelle chiacchere durante il pranzo: Firenze, Venezia, Torino, Casalecchio di reno, Milano, Napoli, Verbania, Genova! mancano le isole e i collettivi del sud e chissà quanti altri.
Pasta alle olive, verdure e hummus. Dolci e dolcetti sono stati portati dalle Indignate Oss di Venezia. Gli Educatori di Casalecchio di Reno hanno curato le interviste andate poi in onda su Radio Kairos, molti hanno fatto foto e scritto il verbale. Insomma c’era una condivisione di mezzi e di strumentazioni. A preparare lo spazio erano già all’opera dalla mattina le EducatriciSenzaDiritti. Sei Educatrici tra Monza e Milano, e ripetiamo 6. Tenetelo a mente! E’ il secondo indizio per svelare l’arcano della maledetta tazza di caffè qui sopra.
E’ noto che questo primo incontro è stato promosso da alcune realtà che erano già in rete tra loro e i numeri erano volutamente ristretti. I promotori ci tenevano al fatto che i partecipanti condividessero già un agire comune sebbene questo agire fosse ancora per lo più virtuale.
Il giro di presentazioni e esposizioni delle proposte – “dieci minuti per realtà, non di più perchè deve esserci lo spazio per tutti e sopratutto dobbiamo avere tempo per discutere delle proposte dopo la pausa” ci spiega Cinzia del collettivo EducatoriSenzaDiritti – è stato per la maggior parte un ripetersi delle medesime rivendicazioni e il sottolineare reciprocamente le varie proposte. Ritardi o mancati pagamenti degli stipendi, copertura contrattuale sulla carta per 12 mesi, nella realtà la remunerazione è legata alla presenza o meno dell’utente o al meteo. Si al meteo! perchè se nevica e le scuole restano chiuse gli operatori del sociale, i missionari del 2013, non vengono pagati.
Questo ha palesato come le questioni sono percepite e vissute nella medesima misura a Napoli come a Torino.
Nonostante molte similitudini persiste una buona varietà di deliri aziendali come quello di una cooperativa (Di Vittorio) di Firenze che chiede 4.000 euro di quota sociale. Se non accetti non ti assumono.
L’assemblea termina un po’ in fretta e furia alle 18.30 perché molti devono prendere i treni e tornare a casa.
Riescono comunque a lasciarsi con un unanime NO AI TAGLI AL WELFARE, ma siccome con gli slogan, lo sanno per esperienza anche gli operatori del sociale si ottiene poco, è stato messo sul piatto la necessità di lottare per il rifinanziamento dei fondi per le politiche sociali e ovviamente di stendere una piattaforma comune.
La prima assemblea del neonato Coordinamento dei lavoratori del sociale e utenti si è data appuntamento a Bologna per fine giugno per continuare i ragionamenti attorno al welfare ma innanzitutto per definire meglio gli obiettivi e con quali mezzi raggiungerli. Qualche idea l’hanno espressa ma preferiamo creare una certa suspance tra i nostri lettori e rimandare i dettagli al prossimo articolo.
Ah già! La tazza di caffè!
Sapete qual’è l’assurdità in tutta questa faccenda dei lavoratori del sociale e del loro incontro nazionale? E’ che erano in 50 da quasi-tutta-Italia e ogni realtà ha sottolineato quanta fatica ci sia nel coinvolgere i colleghi. Lavoratori che probabilmente pensano che essere pagati per fare questo mestiere sia un lusso, che tra educatore e volontario non ci sia grande differenza, che anche se non gli viene garantito il lavoro ma sopratutto il reddito non si debba lamentare.
E allora gli educatori “nostrani” si sono inventati gli aperitivi educativi che poi sono diventati caffè educativi per incontrare i loro colleghi che come tante belle addormentate nel bosco aspettano forse il principe azzurro. Qualcuno può dire loro che il principe azzurro non esiste e di andare a bere un caffè al piano terra il 20 di maggio alle 20.30? Saranno in buona compagnia.
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