L’Oscar ai precari

rendercmsfield2.jsp.jpgDopo i romanzi sulla precarietà, quest’anno sfondiamo il grande schermo. Si parte con Ascanio Celestini e il suo Parole Sante e con Paolo Virzì, nelle sale tra poche settimane con Tutta la vita davanti.


Vabe’, Ascanio Celestini non ha mezze misure e gira un docu-film sui precari dell’Atesia, il call center più grande d’Europa e più famoso d’Italia. Che si trova proprio a Cinecittà, tanto per mettere in chiaro dove si vuole puntare: al precario con in mano la statuetta dell’Oscar. Con Parole sante Celestini ha messo in scena i lavoratori protagonisti di una stagione di lotte che non è ancora finita, e che al grido di “noi non siamo mica il Titanic, non affonderemo cantando” hanno difeso i loro diritti con le unghie. Dopo il lancio di domenica 10 febbraio a Roma, la pellicola girerà le sale d’Italia ma è anche disponibile in DVD (tradotto: su eMule si trova già la colonna sonora, per il film è questione di giorni).


Paolo Virzì, invece, si ispira al libro Il mondo deve sapere (un successo della passata stagione di sfighe precarie) per il suo Tutta la vita davanti, la storia di una laureata in filosofia che comincia a lavorare, indovinate? in un call center. Che sembra tanto una puntata del Grande Fratello, con tanto di lavoratori "nominati" ed "eliminati" (cacciati a calcinculo), e di strumenti di tortura psicologica travestiti da tecniche motivazionali. Ma indovinate a chi altro si è ispirato Virzì? Ai precari di Atesia naturalmente, o meglio all’inchiesta che ha dato vita al documentario di Celestini. Però qui ci sono la Ferrilli e Mastrandrea, e oltre a incazzarsi si ride anche un bel po’. Comunque al cinema arriverà il mese prossimo, e di scaricarlo per ora non se ne parla.

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