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Oggi good vibes alla prima partecipatissima assemblea pubblica al Grattacielo Macao nuovo spazio verticale occupato e liberato di Milano, “il nuovo centro per le arti di Milano, un grande esperimento di costruzione dal basso di uno spazio dove produrre arte e cultura” e che s’inserisce nella lotta del mondo dell’arte e della conoscenza che a partire da Roma con l’esperienza del Teatro Valle ha contaminato Venezia, Palermo, Napoli, Catania e finalmente Milano. Esperienze che erano presenti ieri e oggi non solo in solidarietà, ma anche per testimoniare un percorso nazionale.
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Sì, la Mayday sorprende sempre: sotto una pioggia costante, insistente, più volte torrenziale, la Mayday del 2012 non si svuota, non si placa. Decine di migliaia di persone partono da Porta ticinese sotto una pioggia pesante, che diventa diluvio. Ma il corteo non si svuota. Balla, gioisce, risponde con boati agli interventi che partono dai cinque carri del primo maggio precario. Evadi dal ricatto, invadi le strade! e Ci vogliono precari, ci avranno ribelli! sono gli slogan che riecheggiano tra le migliaia di precari e precarie che hanno dato vita alla Mayday.
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Anche quest’anno, uno spettro si aggira per il primo maggio: è lo spettro della MayDay. E’ stato un anno di transizione, che con la perenne emergenza della crisi, ha portato a dei cambiamenti strutturali sia sul piano della politica che su quello economico sociale.
Non è necessario fare un lungo elenco, basta ricordare il golpe bianco dettato dai potentati finanziarie con l’instaurazione di un governo tecnico, che – politicamente – sta facendo in pochi mesi ciò che a Berlusconi non era riuscito di fare in anni di (mal)governo.
80 miliardi di finanziaria stanno strangolando l’economia italiana, in nome del pagamento degli interessi alle banche e della finanziarizzazione della vita (smantellamento della previdenza pubblica, ulteriori privatizzazioni del patrimonio pubblico e comune, pseudo liberalizzazioni). Una finanziarizzazione della vita che oramai è un tutt’uno con la precarizzazione della vita. La controriforma del mercato del lavoro, che un parlamento bulgaro, senza opposizione alcuna e con la complicità delle forse di centro-sinistra, sta promulgando, completa definitivamente il disegno di totale subalternità del lavoro e della popolazione agli interessi di pochi speculatori, così come l’inserimento dell’obbligo di pareggio di bilancio nella Costituzione completa il processo di asservimento della politica agli interessi finanziari.
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Ecco il poster vincitore del contest e che è già attacchinato per le vie di Milano. Ci vediamo in piazza il primo maggio, per reclamare reddito, cittadinanza e diritti per tutte/i. Mayday Mayday!
Sabato 28 aprile dalle 19 al Piano Terra, a Milano, verrà presentato il terzo numero dei Quaderni di San Precario, fresco di tipografia: “Io non ho paura del default”.
Anno zero del governo “tecnico” di Mario Monti. Dopo il quarto appuntamento degli Stati Generali della precarietà, mentre i professori ci spiegano che “non ce n’è di caramelle”, niente “pasta al pomodoro”, è iniziata propriamente l’era dell’austerity.
Il golpe dei tecnocrati si basa sulla regola semplice del gioco del “ce l’hai”. Ma l’idea mediocre e comoda di addossare la colpa e il peso del loro debito ai precari e alle precarie non funziona. Sul numero 3 dei Quaderni di San Precario ti spieghiamo perché.
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