Carta dei diritti dei lavoratori della conoscenza

Noi, lavoratori cognitivi dell’informazione e del settore dei media,
dell’editoria e dell’industria culturale, della scuola e
dell’università, della ricerca, dello spettacolo, della formazione e
della relazione, del design e della comunicazione, non solo non
pagheremo la vostra crisi ma, per porre un argine a questa deriva e
iniziare a invertire la tendenza, riteniamo necessario unirci e
riconoscerci su obiettivi comuni. Per questo rivendichiamo quanto
contenuto in questa Carta, che sottoponiamo alla condivisione dei tanti
e delle tante che si trovano a vivere la stessa condizione. Questi
documenti, frutto di un processo di general intellect che
intende proseguire, attendono dunque commenti e integrazioni.

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Manifesto dei lavoratori della conoscenza

In questo Manifesto i lavoratori della conoscenza si riconoscono e
definiscono che cosa è – e che cosa tende a diventare – la conoscenza
nella società contemporanea e chi sono i soggetti che producono, oggi,
conoscenza. Esso vuol essere un primo passo verso la costruzione
condivisa di una risposta nei confronti di tutte quelle forze
impersonali e soggettive che, in questo Paese, hanno da tempo dichiarato
"guerra all’intelligenza!

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Lettera aperta ai lavoratori della cooperativa sociale “La Testarda”

Nel mese di giugno una vostra collega veniva scaricata dalla vostra cooperativa perché incinta.

Ha lavorato presso di voi per circa un anno frequentando
contemporaneamente un corso di 1000 ore per ottenere la qualifica di
OSS su esplicita richiesta della vostra direzione che prometteva, in
seguito a questo, un contratto a tempo indeterminato. Senza questa
promessa difficilmente avrebbe retto le difficoltà  che tale gravoso
impegno comporta, impegno che la vedeva contemporaneamente a scuola e
al lavoro.

Per un principio di onestà  nel rapporto lavorativo
ha rivelato il suo stato interessante poco prima della fatidica data
d’assunzione e, come molti sanno, a parole è stata rassicurata, nei
fatti, liquidata.

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Tfr: Intervista a L… di Banca Intesa!

Qual’è il futuro dei fondi pensione?

E chi lo sa.

Credi che noi sappiamo di preciso come vengono investiti quei soldi? Per noi significa, intanto, avere più liquidità . Più conti o posizioni aperte da gestire, e già  questo produce un bel po’ di soldi per la banca. In pratica è come se si aprissero contemporaneamente migliaia di conti correnti.

In più tieni conto dei vincoli. E’ come per un mutuo, se tu lo vuoi chiudere sai quanto ti costa? E poi ci sono le fluttuazioni del mercato, che possono essere positive ma anche negative.

Di sicuro le banche premeranno sul governo per ottenere la liberalizzazione di quanti più settori possibile. Un po’ come è successo per altri settori. Gli effetti delle liberalizzazioni sono stati certo più concorrenza, ma l’utente finale non ha visto di certo scendere i costi dei servizi. Basta guardare cos’è successo per le assicurazioni o per la telefonia. In realtà , avere a disposizione questi soldi ora, per le banche significa avere più possibilità  di intervento, più potere economico. E poi non dimentichiamo il costo del denaro e le sue variazioni ormai totalmente indipendenti dall’inflazione programmata, una cifra ridicola che non tiene conto del costo effettivo dei servizi più diffusi.

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L’Intelligence Precaria

L’Intelligence Precaria

Da Il libro dei peccati delle aziende, capitolo I, “Essi, sanno”

Pare che il manager sia corso a vomitare nel bagno, uscendo senza dire niente, ma visibilmente scosso, nel bel mezzo di una riunione strategica del gruppo.

Tutti a guardarlo correre, scappare via e poi tornare bianco come un cencio, rivoltato non solo nello stomaco. L’amministratore delegato, pallido ma italico nell’orgoglio del suo capitale investito e dei suoi simboli imposti, lo ha avvicinato e con fare paterno gli ha chiesto, «qual e’ il problema?». D’altronde, pensa, non ne abbiamo mai avuti.


Il manager lo guarda: deve tutto a lui, anzi a lei, a lui, a esso: il brand della loro societa’. Il manager si guarda intorno un po’ spaventato, come a cercare qualcuno che potrebbe registrare le sue parole, e tira fuori dalla sua agenda un foglio di carta. Il loro logo, prossimo all’evoluzione, che appare diverso, modificato, contrario nel suo obiettivo originario, su un ritaglio di giornale.


«Essi sanno», ansima il manager.


L’amministratore delegato si siede, pausa teatrale.


«Da oggi abbiamo un problema», sussurra. Il manager annuisce e incredulo scribacchia, «Toglietemi tutto, ma non il mio brand.»

 

Precarizza il precarizzatore!

L’intelligence precaria e’ bastarda, è subdola complicita’, è cospirazione e azione.
E’ la macchinetta del caffe’, il pranzo in una mensa triste o un bar affollato, la chiacchiera pre presentazione con le inutili slides già  pronte, asap per il brief, il kick off, il follow up, la riunioncina, il brain storming, poco fuori dall’ufficio a fumare la prima sigaretta della giornata, e’ lo sguardo complice di chi ti ha detto “ci sto, smerdiamoli”, sono documenti riservati, rivisti, corretti e modificati, sono voci, articoli di giornale, servizi televisivi, copertine patinate delle riviste che
leggono solo loro e tra loro, sguardi fugaci, sorrisi col senno di poi, rapidi, incontrollati, incontrollabili. E’ raccolta informazioni, e’ un’intesa che si fa cospirazione precaria.
L’immagine per l’azienda e’ tutto. Per te? E’ il simbolo della tua precarieta’.
Conta piu’ una voce, un rumor, lo chiamano, delle tue ore passate a fare l’icona più viola, l’articolo più corretto, il sorriso al telefono più sorriso, il paper per il prof più prof, la faccia felice, lo scatto migliore, il vestito più lungo, la consegna più veloce, il caffè, cazzo, ti hanno detto che lo vogliono più caffè! Tu non sei loro. Tu sei un precario dedito all’intelligence, alla cospirazione, al
conflitto astuto e tenace, all’azione creativa contro chi ti precarizza, al buon senso di chi è come te, precario o precaria, tu ti distingui, non sei loro, non sei esso, non sei il loro brand.
L’intelligence precaria e’ il veicolo di diffusione delle loro informazioni, delle loro strategie, delle loro piccole e grandi ripicche. L’Intelligence
precaria significa che da oggi hanno un problema. Lasciategli tutto, ma
non il senso del tuo tempo, che vorrebbero uguale al significato del
loro brand.

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