MilanoX – 10 ottobre 2010
Decine di workshop e assemblee animano gli Stati generali della precarietà all’Arci Bellezza di Milano: «Bastano otto miliardi per garantire un reddito garantito di 600 euro al mese per tutti quelli che sono sotto la soglia di povertà – questa è una delle proposte in discussione agli Stati generali della precarità in programma oggi e domani a Milano all’Arci Bellezza di via Bellezza 16 (www.precaria.org). Ne parliamo con gli attivisti di Intelligence Precaria.
Otto miliardi vi sembrano pochi?
 Sono un terzo della manovra di Tremonti. In Italia ci sono otto milioni  di persone al di sotto della soglia di povertà relativa. Quattro milioni  sono lavoratori, precari, ma anche occasionali o in cassa integrazione.  Per garanire 600 euro al mese a queste persone ci vogliono 19,500  miliardi di euro, ai quali però vanno sottratti gli 11 miliardi che già  ora lo Stato spende per pensioni sociali, sussidi di disoccupazione e  cassa integrazione. Questo è uno dei punti del welfare metropolitano che  vogliamo proporre e estendere dalle Regioni a tutto il paese.
Quali sono gli altri punti?
 Accesso ai servizi e ai beni comuni e il salario minimo anche per chi  non è contrattualizzato. Il 40% dei lavoratori non è inquadrato in un  contratto nazionale, fra questi ci sono tutti i lavori di cura e i  lavori coperti dai migranti.
Come si articolano questi Stati generali?
 Ci sono una decina di workshop in parallelo e due momenti assembleari,  oggi si riunisce la rete «Uniti contro la crisi», un network  autorganizzato di lavoratori trasversale che unisce iscritti Fiom e dei  sindacati di base. Si tratta di un movimento nato due anni fa a Milano  dalle lotte della Innse, della Maflow e di altre aziende che dismettono  per liberarsi dei lavoratori. Si tratta per lo più di industrie  manifatturiere ma ci sono anche lavoratori dei call center. Sempre oggi  si riunisce la rete europea nata con la Mayday Parade del primo maggio  che da Milano ha contagiato 12 città del continente. Faremo anche il  punto su tutte le attività svolte, dal punto di vista sindacale e della  comunicazione che per noi è un modo importante e moderno di fare lotta  sindacale al di là dello sciopero e del presidio.
Con la crisi la precarietà è la norma e l’emergenza è la disoccupazione, San Precario sembra meno capace di fare miracoli.
 La precarietà è una condizione generalizzata: anche i lavoratori a tempo  indeterminato sono sottoposti al ricatto precario come è successo a  Pomigliano. E’ strutturale, questo sistema economico non né può fare a  meno, quindi riguarda tutti. Ed è una condizione di vita, non solo di  lavoro. Va oltre anche alla lotta sindacale.
Andrete il 16 ottobre a Roma con la Fiom?
 Sì, certo. Siamo felici che un pezzo nobile dei sindacati confederali  abbia detto basta e abbia alzato la testa. Però non vogliamo solo fare  una lotta difensiva, vogliamo nuove proposte, un nuovo modo di fare  sindacato, anche considerando che i lavoratori impiegati nel settore  manifatturiero coprono il 30% del Pil. A Milano il terziario, tra lavoro  materiale e immateriale supera il 70% dei lavoratori.
Giorgio Salvetti








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