(di Pietro Ancona) Il 16 ottobre la classe operaia italiana ha dato vita ad una delle più grandi manifestazioni
 degli ultimi anni paragonabile soltanto a quella organizzata dalla CGIL  di Cofferati in difesa dell’art.18 durante il governo D’Alema nel 2002.  Lavoro, diritti e democrazia sono state al centro della mobilitazione   suscitata dagli attacchi anche sul piano morale che la destra al governo  e la Confindustria hanno portato alla condizione salariale  e giuridica  dei lavoratori. Il retroterra della manifestazione è stato costituito  da centinaia e centinaia di scioperi ed agitazioni legate ai  licenziamenti nella scuola e nelle industria. I lavoratori sono stati  tacciati dai lividi ministri del governo Berlusconi come “fannulloni” e  la stessa signora Marcegaglia si è unita ai  latrati  ingiuriando a suo  volta, assieme a Marchionne ed altri illustri capitani d’industria, i  lavoratori. Esemplare al riguardo la reazione di Marchionne deluso dai  risultati del referendum di Pomigliano che avrebbe voluto plebiscitari.  Non si aspettava che difronte al suo ricatto il quaranta per cento delle  maestranze avrebbe risposto di no e si è lasciato andare a violenze  verbali contro gli irresponsabili che non capiscono la grande modernità  delle sue idee!
 La “piazza” del 16 ottobre ha chiesto a gran voce lo sciopero  generale. La risposta di Epifani è stata reticente e scoraggiante: lo  sciopero si farà se le risposte del governo saranno insufficienti! Non  si capisce di quale risposte parli dal momento che non esistono  richieste della CGIL tranne quella di una manciata di spiccioli e di una  tantum per il fisco.
 In ogni caso non sarà la scelta dello sciopero generale in sè che  deciderà. Altri tre scioperi generali sono stati indetti e realizzati  dalla CGIL durante gli ultimi due anni con richieste
 insignificanti al governo e nessuna al padronato italiano! Bisognerebbe  che la CGIL decidesse di affrontare  alcune  fondamentali questioni con  rivendicazioni precise. Abrogazione della legge Biagi, abrogazione delle  leggi sulle pensioni a cominciare dalla legge Dini, restituzione alla  scuola degli otto miliardi sottratti dalla Gelmini, aumento  generalizzato dei salari, istituzione del Salario Minimo Garantito. Ma  la CGIL  se farà uno sciopero generale si limiterà a chiedere assieme  alla Confindustria una politica economica più adatta a fronteggiare la  crisi e la riforma fiscale.
 Tre giorni dopo il 16 ottobre una pesantissima randellata è stata data   dal Parlamento  ai lavoratori  con il varo definitivo, dopo due anni  di incubazione, del collegato lavoro. Una legge che introduce  l’arbitrato e riduce i poteri del giudice in caso di licenziamento.Il  giudice dovrà tenere conto di una serie di cose che non hanno niente a  che fare con la giusta causa e che praticamente lo guidano a riconoscere  le ragioni del datore di lavoro! Dalla giusta causa dei lavoratori alla  giusta causa dei padroni! Basta leggere la legge approvata per rendersi  conto dell’odio di classe verso i lavoratori che la impregna dalla  primo all’ultimo capoverso. Sarà difficile per quello che il  giuslavorismo riconosceva come la parte debole far valere i suoi diritti  e dovrà avere una assistenza legale che pochissimi si possono  permettere. Basti pensare a quanto costerà la semplice redazione di un  ricorso
 contro un licenziamento da depositare in Tribunale. Il collegato lavoro  dà al governo una serie di deleghe che saranno usate contro gli  impiegati pubblici ed il “riordino” degli enti previdenziali. Non dubito  che si va verso la privatizzazione di Inps ed Inail enti che da tempo  fanno gola alla imprenditoria italiana per le riserve finanziarie  consistenti di cui dispongono.
 Questa terribile mazzata che spezza per sempre le reni dei lavoratori,  (non dubito che se il centro-sinistra vincerà le elezioni confermerà  tutto come ha fatto in passato di tutte le leggi dei governi di destra),  è stata possibile per l’atteggiamento di vera e propria complicità  della CGIL e del PD. La CGIL durante i due anni di incubazione del  provvedimento si è limitata a qualche flebile lamento “dopo”  l’approvazione nei vari passaggi camera-senato.  Ha ritrovato voce dopo  il blocco del Capo dello Stato e poi ha organizzato di malavoglia un  paio di sitin davanti al Parlamento.
 Il PD è stato molto collaborativo. In due giorni la Camera dei Deputati  ha approvato tutto certo con il voto contrario del PD ma si tratta di  una opposizione del tutto formale e dovuta che non ha neppure cercato di  ritardare il varo del micidiale provvedimento.
 Questo è stato “l’ascolto” di Bersani che promette barricate contro la legge scudo di Berlusconi.
 La “sinistra” strilla  per le difficoltà che la Rai frappone agli  emolumenti richiesti da Saviano Benigni ed altri. Trattasi di centinaia  di migliaia di euro, cifre che sarebbero giustificate dagli incassi  della pubblicità ma che suonano mostruose alle orecchie di chi guadagna  meno di  mille euro al mese e si tratta di milioni e milioni di  famiglie.
 La CGIL e neppure la Fiom non potranno fare più niente contro il  collegato lavoro tranne che ricorrere alla Corte Costituzionale. Ci  dovevano pensare prima e organizzare una lotta adeguata.   La Corte  è  sotto assedio da anni e  non riesce più a difendere la Costituzione da  un assalto sempre più violento e travolgente.
 Nei periodi di crisi si possono cedere  quote di salario ma non si  debbono mai cedere diritti. La cessione di diritti indebolisce le classi  lavoratrici moralmente e  crea una situazione sociale di squilibrio non  solo economico ma anche di cittadinanza. I cittadini operai conteranno  molto meno e non potranno far valere le loro ragioni. Non saranno più  eguali a tutti gli altri.  Se un giudice volesse intervenire in loro  soccorso, la legge glielo impedisce! Non si è esitato a limitare i  poteri della magistratura del lavoro.
 Se questo è quanto ci portiamo a casa dopo il 16 ottobre c’è davvero da disperare sul futuro a cominciare dai prossimi giorni!
 Avevo scritto nei giorni scorsi, dopo la grande manifestazione del 16,  che la classe operaia é via. E’ vero, ma non conta proprio niente!








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