La cassa fa acqua e le imprese ci sguazzano

Fini licenzia, Badoni Costa chiude dopo 200 anni, minatori e operai in strada, infermieri sui tetti
La Playtex di Pomezia manda a casa 120 lavoratrici, la Sidel abbandona Parma e va in Cina: 100 esuberi
In Sardegna va al fallimento la Plastwood, Scm sbaracca lo stabilimento di Pesaro e sposta tutto a Riminidi
Striscioni dei sindacati davanti allo stabilimento Fini compressori di Zola Predosa. L’azienda ha annunciato 108 esuberi su un totale di 219 dipendenti

ROMA- Non ci sono i soldi per prolungare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 78 settimane. Non ci sono soldi per la norma cosiddetta salva-Eutelia, quella che avrebbe assicurato un sostegno ai lavoratori privi di qualsiasi ammortizzatore e senza stipendio da almeno tre mesi. Entrambe le misure sono state escluse, con la bocciatura in Commissione bilancio alla Camera, dal disegno di legge sugli ammortizzatori sociali. La Cgil sostiene che, dietro il boom della cig nelle sue varie forme, la disoccupazione reale in Italia sia all’11,5%. Curiosamente, anche il Fondo monetario internazionale, nell’elogiare la funzione svolta dalla cig in Italia, sottolinea però il rischio che in alcuni settori gli ammortizzatori possano “non rispondere a temporanee riduzioni delle attività aziendali” , ma nascondere “riduzioni di occupazione strutturali”. A confermare che questo pericolo è reale sono le tante vertenze locali di cui non si parla nei tg, le “piccole crisi senza importanza” sulle quali Repubblica.it farà il punto ogni settimana, guardando alle realtà dove lavoratori e imprese continuano a pagare pegno alla crisi.

LA PRIMA PUNTATA: DA ITALTEL A TELEPERFORMANCE

10 aprile – Alla “Linari Enzo srl” di Forlì, azienda di macchinari per l’elettronica, l’amministratore invia la lettera di licenziamento a tutti i dipendenti (una cinquantina). Il sindacato annuncia che impugnerà i licenziamenti in quanto nulli, essendo stato firmato un mese fa l’accordo sulla cassa integrazione straordinaria per crisi.

I sindacati incontrano il commissario straordinario della Provincia per chiedere lo sblocco dei 500mila euro stanziati dall’amministrazione provinciale a favore dei 290 lavoratori del call center
Phonemedia di Trino Vercellese, che attendono di ricevere la cassa integrazione in deroga riconosciuta loro a partire dal 22 febbraio. L’ultimo stipendio ricevuto dai dipendenti di Trino, come quelli di tutto il gruppo Phonemedia (circa 7mila) è quello di settembre 2009.

12 aprile -Un centinaio di operai della Otefal Sail, l’ex Ila di Portovesme, effettuano un sit in davanti al palazzo della Regione, a Cagliari. Con loro alcuni lavoratori dell’Eurallumina e dell’Alcoa. La protesta per chiedere alle istituzioni un’iniziativa che porti alla riapertura della fabbrica.

Gli 80 dipendenti della casa di cura privata “Villa Alba” di Agnano (Napoli) occupano la clinica e salgono sul tetto per protesta contro l’ipotesi di chiusura della struttura.

Siglato a Cagliari l’accordo istituzionale per il reimpiego degli 83 lavoratori dell’ex Nuova Scaini in liquidazione, giunti alla quarta e ultima proroga dell’indennità di mobilità in deroga. Dovrebbero essere impiegati in progetti degli enti locali e territoriali.
Fini licenzia, Badoni Costa chiude dopo 200 anni minatori e operai in strada, infermieri sui tetti

I celebri magneti ideati e prodotti dalla Geomag-Plastwood di Calangianus. L’azienda ha annunciato al tribunale di essere costretta al fallimento

A Zola Predosa (Bologna) inizia il blocco ai cancelli della Fini compressori. Rdb e sindacati contestano la decisione dell’azienda di mettere in mobilità 108 dipendenti su 219 in presenza di un accordo per la cassa integrazione in deroga.

Dopo tre cicli di 16 settimane di cassa integrazione, in assenza di segnali da parte della proprietà, proclamano lo sciopero a tempo indeterminato i circa 50 dipendenti della ex Rdb (oggi gruppo fantini Scianatico) di Torano Castello (Cosenza). L’impresa produce laterizi e manufatti in cemento per costruzioni.

13 aprile – I 250 dipendenti della Lares e della Metalli preziosi sfilano in corteo per le strade di Paderno Dugnano; le due aziende metalmeccaniche sono fallite e i lavoratori sollecitano iniziative istituzionali per sbloccare le trattative con gli imprenditori che si sono detti interessati a rilevarle. A dicembre scadrà la cassa integrazione per tutti i lavoratori.

Alla Basell di Terni scade il termine entro il quale, da annuncio dell’azienda, sarà avviata la procedura di cessazione delle attività dello stabilimento chimico ternano. I parlamentari pd eletti in Umbria chiedono l’intervento del ministero e del governo. L’incontro è convocato per il 20 aprile.

Raggiunto l’accordo di massima tra azienda, istituzioni e sindacati per concedere la cassa integrazione in deroga a 7 lavoratori, su dodici totali, licenziati il 31 marzo scorso dalla Comar di Sinalunga, azienda di carpenteria e macchinari per legno. L’intesa prevede il ritiro dei licenziamenti ma andrà ratificata da tutti i soci dell’azienda.

Rsu e lavoratori della Rockwool di Iglesias, da sei mesi in assemblea permanente all’interno dello stabilimento in località Sa Stoia, decidono di portare la propria lotta all’esterno e organizzano un “accampamento” sul ponte di Campo Pisano. La cassa integrazione attivata dall’azienda (produzione di lana di roccia) per cessazione di attività sta per arrivare alla scadenza e al momento non si vede alcuna prospettiva per i lavoratori.

Il deputato pd Massimo Marchignoli presenta un’interpellanza urgente al ministero per lo sviluppo economico sul caso della Cnh di Imola, controllata Fiat che produce macchine per movimento terra. I 335 dipendenti sono in cassa integrazione dal 31 agosto scorso e da allora la commissione tecnica attivata al ministero non è riuscita a trovare una nuova iniziativa industriale per salvare i posti di lavoro.

Alla Provincia di Benevento viene firmato il Patto di servizio per il reinserimento occupazione dei 21 ex dipendenti della ditta “Domenico Russo & Figli” di Benevento, attualmente in cassa integrazione in deroga.

La direzione della Istamp di Baldichieri d’Asti annuncia che l’azienda è costretta a chiudere per mancanza di commesse. La fabbrica occupa una cinquantina di operai e dal 1973 produce stampi per grandi fabbriche quali Ceset e Piaggio. Del caso si parlerà nei prossimi giorni in un incontro tra le parti presso la Regione.

I sindacati chiedono alla Regione Friuli Venezia Giulia assicurazioni sul futuro per la Co.Solution, la newco che ha affittato macchinari e stabilimento e assunto 70 dei 106 dipendenti della fallita Euroform di Pordenone. Anche in attesa delle decisioni del curatore fallimentare, Co.Solution ha dato la disponibilità per gli adeguamenti richiesti al piano industriale e confermato il positivo avvio dell’attività in termini di ordinativi, fatturato e produttività.

La Scm, azienda riminese attiva nella produzione di macchine per la lavorazione del legno conferma la volontà di chiusura dello stabilimento Scm di Pesaro (Morbidelli) e il trasferimento del personale nello stabilimento di Rimini (su cui ha raggiunto un accordo con la Fiom Cgil di Pesaro). La ristrutturazione è motivata con la crisi e l’andamento del mercato. L’azienda parla di 32 pensionamenti, 22 dimissioni volontarie, 21 contratti a termine in scadenza e 71 lavoratori richiamati dalla cassa integrazione a zero ore.

I sindacati chiedono l’applicazione dei contratti di solidarietà per 24 mesi alla Europlastica di Pasiano di Pordenone, società di subfornitura nel mercato dell’elettrodomestico, in crisi da circa un anno e mezzo.
La richiesta è fatta in vista della scadenza degli ammortizzatori sociali oggetto dell’accordo vigente per i 77 dipendenti (sul totale di 140) dichiarati in esubero: 52 settimane di cassa integrazione ordinaria e un anno di cig straordinaria.

14 aprile – Renato Bonfanti, proprietario della Badoni Costa meccanica di Costa Masnaga, annuncia la chiusura per cessazione dell’attività e la mobilità per i circa 30 dipendenti. I sindacati avranno 45 giorni di tempo per cercare una soluzione. L’azienda metalmeccanica è un pezzo importante della storia industriale del Lecchese essendo stata fondata nella seconda metà del Settecento.

Ci sarebbe una società americana interessata a insediare proprie attività nell’area dello stabilimento dell’ex Finmek di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Lo ha annunciato il sindaco Giancarlo Giudicianni. Sono 140 i lavoratori ex Finmek al momento senza alcuna prospettiva occupazionale.

I vertici di Nca di Marina di Carrara annunciano la cassa integrazione ordinaria al cantiere navale per 13 settimane; il provvedimento interesserà 25 dipendenti tra operai e impiegati ed è stato motivato con il mancato ottenimento di commesse pubbliche registrato all’incontro al ministero dello sviluppo economico. In estate, quando il carico di lavoro è al minimo, la cig potrà arrivare a interessare 105 dipendenti sul totale di 198.

Arrivano le prime 76 lettere di licenziamento agli operai della Fini compressori di Zola Predosa (Bologna). L’azienda non intende recedere e Rdb e sindacati hanno dato mandato ai legali per impugnare i licenziamenti che riguardano 108 dei 219 dipendenti. I Comuni di Zola e Casalecchio forniscono il pasto agli operai che presidiano la fabbrica. Nelle lettere la Fini afferma che non esistono “alternative al personale strutturalmente in esubero”. I tagli riguardano soprattutto i settori produttivi: 23 su 24 al montaggio singolo, 26 su 30 al montaggio gruppi, 10 su 10 alla verniciatura, 3 su 3 ai disegnatori meccanici, 12 su 29 al magazzino. Il pd chiede l’intervento del ministero.

15 aprile – Al termine dell’incontro con l’azienda, i sindacati annunciano la proroga fino al 30 giugno della cassa integrazione in deroga per 1.257 dipendenti della Videocon di Anagni. Entro maggio ci sarà un nuovo incontro sulla situazione dei 60 dipendenti della controllata Cervino per i quali la cassa integrazione per crisi scade il 24 maggio.

Stato di agitazione alla Playtex di Pomezia dopo l’annuncio del licenziamento, il prossimo giugno, dei 120 dipendenti, quasi tutte donne. Rsu e lavoratori presidiano i cancelli con picchetti, striscioni, manifesti e proteste. La ristrutturazione del gruppo non coinvolge la divisione Lovable di Grassobbio (BG) della Branded Apparel Italia.

Positivo incontro per i dipendenti della Galvanotecnica & P.M. di Bologna (lavorazioni meccaniche e componenti per motocicli). L’azienda ha dato la disponibilità a sospendere i licenziamenti e ad attivare la cassa integrazione ordinaria fino alla fine di maggio, quando si concluderanno le verifiche aziendali sulle condizioni minime per un rilancio. Negli ultimi 18 mesi, 28 lavoratori su 47 sono stati in cassa a zero ore.

Due ore di presidio sotto i Portici del grano per i lavoratori Telecom della provincia di Parma. La protesta è contro il piano industriale annunciato dall’azienda che prevede migliaia di esuberi.

Approvata la mobilità in deroga per quindici lavoratori della Pumex di Lipari. Lo ha deciso la Commissione regionale per l’impiego. A febbraio avevano usufruito del beneficio altri 3 dipendenti. La Pumex, che produceva pomice per uso cosmetico ed edilizio, chiuse nell’estate del 2007 lasciando a piedi 38 dipendenti.

Edoardo Tusacciu, inventore delle barrette magnetiche e del gioco Geomag, comunica al tribunale di Tempio che non ci sono le condizioni per rispettare il concordato preventivo siglato nel 2008: per la Plastwood di Calangianus, che ai tempi delle grandi commesse aveva fino a 200 dipendenti, si apre la strada del fallimento. Tusacciu ha fatto sapere che appena possibile trasferirà in Cina idee e progetti.

E’ stato proclamato per il 3 maggio lo sciopero della guardie giurate della “Veritas” di Catania, che non ricevono lo stipendio da tre mesi. Dalle 14 si terrà un presidio davanti alla prefettura.

I sindacati metalmeccanici della Sidel di Parma proclamano un giorno di sciopero per il 21 aprile dopo che l’azienda ha annunciato 100 esuberi a seguito della delocalizzazione in Cina del reparto “asettico”. La Sidel è una multinazionale che produce impianti per l’alimentare.

Salvatore Mannironi la repubblica

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2 comments to La cassa fa acqua e le imprese ci sguazzano

  • Coro Cosimo

    Lettera aperta a Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria
    Oggetto: La sindrome di schettino ci sta affondando tutti
    Alla sua cortese attenzione,
    poiché un dibattito sulla stupidità, forse è meglio per ovvie ragioni di etichetta definirla “improduttività dei dirigenti”, non è mai stato affrontato pubblicamente, e considerato il particolare momento di crisi economica, le polemiche sulla flessibilità, produttività e il confronto concorrenziale dei costi nella globalizzazione sfavorevole per l’Italia, poiché direttori e quadri portano troppo in alto l’indice del costo del lavoro.. (gli imprenditori anziché chiedersi quanto costa un operaio, dovrebbero chiedersi quanto costa un dirigente) .. penso che non sia affatto un tabù discuterne nelle sedi opportune affinché si avvii al più presto un disciplinamento in merito.
    Molto spesso nelle aziende, ma anche nella pubblica amministrazione e nel mondo politico, i capi non sono affatto operativi, sono sterili di idee e si limitano esclusivamente al comodo ruolo di rappresentanza interna tra i vari livelli delle maestranze e più delle volte rappresentano se stessi facendo uso del linguaggio del corpo.
    Sono convinto che verrebbe fuori una bella e costruttiva disputa tra chi non fa di tutta l’erba un fascio e chi pensa come il sottoscritto che in un seminato o sono tutti intelligenti o tutti stupidi.
    In un collegio dirigenziale se prevale l’intelligenza, l’imbecille non avrebbe chance di imporsi e coabitare, mentre in quello opposto sarebbe esattamente il contrario.
    Dove già domina la stupidità in un qualsiasi ambiente di lavoro, gli incapaci sono apprezzati, presi in considerazione e avviati in carriera poiché non innescano rivalità professionale, i capi stupidi temono la competizione. Gli imbecilli sono potenzialmente scarsi e non creano imbarazzo mettendo in luce l’incompetenza.. e convivono di complicità.. tra cani non si mordono (se non concorrono per lo stesso obiettivo). Invece chi sin da subito rivela talento viene mobbizzato e messo in condizione di non poter nuocere da chiunque è consapevole di avere posizione non meritata. Purtroppo il fenomeno della presenza dei capi imbecilli avviene con ricambio esponenziale ed è in crescita, caricando sempre di più i passivi aziendali.
    I dirigenti stupidi, oltre ad essere incapaci nel proprio mestiere, sono anche di basso profilo etico, attributi concatenati.. se si trovano in un pasticcio pur di scaricarsi dalle proprie responsabilità sono abili ad incolpare chiunque, ma sono sempre pronti ad accollarsi meriti altrui. E se si vedono ad un certo punto della propria carriera in prossimità di un imbuto, intensificano le leccate ai diretti superiori e pur di mettere in difficoltà il proprio rivale per scavalcarlo viene denigrato.. si smerdano l’un l’altro, sembrano più ratti che cani, sono codardi e agiscono con pretesti personali e non mettendosi in evidenza con contesti professionali.
    Queste condotte sono una piaga quotidiana, rendono impestato l’ambiente lavorativo = meno rendimento.. e si tratta di produrre in malora, ma quando si muore su una nave com’è accaduto a Costa Concordia per colpa della stupidità del comandante, non è più accettabile.. la sindrome di schettino ci sta affondando tutti. Parliamoci chiaro, la crisi economica non è una cosa venuta dal cielo né saturazione dei mercati, per cui l’unica causa possibile è l’incompetenza di chi ha poteri decisionali che decide male, o non decide affatto. Cosa accadrà senza il 18?.. Il mobbizzato verrebbe licenziato poiché “apparentemente” è il più debole, ma è colui che lavora di più e che viene spostato continuamente dove fa comodo al capo, quindi rimarrebbe comunque al proprio posto. Il fannullone neanche a parlarne perché è anche il più arrogante nei confronti del capo. L’imbecille, che non si sa neanche dove collocarlo ma fa comodo per dare l’impressione che è il capo che fa la differenza, per cui resterebbe al proprio posto… Giorgio! c’è assolutamente bisogno di derattizzare gli ambienti di lavoro e di investire nei cervelli d’opera e nella mano d’opera e non negli abiti del monaco come si è sempre fatto e si continua ancora a fare. Se fannulloni e ladri fanno “storia”, le ultime parole famose di Marcegaglia, è perché sono remissivi i capi stupidi altrimenti non starebbero oltre il terzo giorno sui luoghi di lavoro. Se, come dice ancora Marcegaglia, è colpa dei giudici che reintegrano fannulloni e ladri, si potrebbe indurli alle proprie responsabilità, Berlusconi in questo ha già infranto un tabù, e non solo i giudici ma anche i medici dalla certificazione facile.. dopotutto non sarebbe così difficile. La informo che non ho mai avuto riscontro a questa stessa lettera dal suo predecessore Emma Marcegaglia, forse perché aveva qualche schettino nell’armadio?
    Per il sottoscritto questo argomento non lo è assolutamente un tabù, pertanto ho avuto l’ispirazione di scrivere e mettere online la mia esperienza sul rapporto con la stupidità dei miei ex direttori dello stabilimento di laterizi Ala Fantini di Montemesola (Taranto) di proprietà del Gruppo Fantini di Lucera (Foggia), dal titolo “La vera storia del re nudo”.
    qui: http://www.montemesolaonline.it/Laterizi.htm
    Distinti Saluti

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