San Precario sa cosa vuole

(occhio ai link!) Le idee di riforma del mercato del lavoro sono mostruose e sanciscono di facto la precarietà permanete. La riforma degli ammortizzatori sociali sembra fatta da un cinico matematico che, con un gioco a somma zero e cambiando l’ordine e il nome degli addendi, cancella sigle e ne inventa di nuove. Via la cigs e la mobilità, via l’indennità di disoccupazione e dentro il rd, il reddito dei disoccupati, ovvero l’assegno degli sfigati.

Costruiscono opere faraoniche, inutili come le tav, comprano aerei superaccessoriati, ma i soldi per i precari e i disoccupati non ci sono. San Precario sa cosa vuole.

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La riforma del mercato del lavoro: Contratto Unico di Inserimento vs Contratto di Apprendistato

In gioco sono rimasti due tipi di contratto, che la stampa mette insieme, ma in realtà presuppongono situazione ed effetti molto diversi.

IL CUI (Contratto Unico di Inserimento).

La proposta del contratto unico di inserimento, originariamente elaborata sul sito lavoce.info, è stata recepita in un disegno di legge con primo firmatario al Senato Paolo Nerozzi e alla Camera Pierpaolo Baretta. (Le riforme a costo zero, Disegno di Legge Nerozzi). È un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, applicabile a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro età o qualifica. Oggi si entra nel mercato a diverse età e ed è pertanto necessario disporre di uno strumento flessibile e universale, applicabile a milioni di lavoratori senza oneri aggiuntivi per le casse dello Stato e di tipo amministrativo nel vigilare clausole ad hoc di questi contratti. Prosegui la lettura »

Il Rischio a chi non rischia

Il diritto del lavoro soffre di tre importanti contraddizioni e lacune, che da sempre si ripercuotono sulla classe produttiva più debole, ovvero con meno capacità reddituale, oltre che sulla collettività cui è affidato il compito di provvedere al sostentamento di quest’ultima in ipotesi di perdita del posto di lavoro.

Da un lato, vi è che il personale dirigente (preposto alla conduzione della azienda in cui operano) ed il personale operaio/impiegatizio, sebbene appartenenti alla stessa categoria contrattuale (quella dei lavoratori, spesso subordinati), sono assoggettati a parametri retributivi sproporzionati non solo in riferimento alla comparazione tra i valori da ciascuna categoria apportata alla vita e produttività dell’azienda (dirigente = operaio/impiegato), ma anche in riferimento all’effettivo valore di mercato in sé del dirigente apicale. Prosegui la lettura »