Sciopero generale politico: in piazza finché Berlusconi non se ne va.

di Giorgio Cremaschi

Dobbiamo scendere in piazza come in Tunisia e in Egitto e non venir più via sino a che Berlusconi non si è dimesso.
Dopo il rinvio a giudizio per reati così gravi e infamanti, il Presidente del Consiglio non può restare in carica un minuto di più. Ne va della dignità democratica dell’Italia. Non è una questione di maggioranze o minoranze, di
politica economica o istituzionale, è una questione costituzionale.  Non possiamo accettare che il posto di Presidenza del consiglio sia così indegnamente occupato. Per questo bisogna che la Cgil, richiamando i momenti più importanti della sua storia, proclami uno sciopero generale politico che, tra l’altro, abbia come obiettivo le dimissioni di Berlusconi.
E’ una decisione simile a quella che portò, nel 1960 la Cgil a scioperare e far cadere il governo Tambroni.
Oggi la democrazia si difende con la mobilitazione democratica e bisogna mobilitarsi fino a che Berlusconi non se ne va.

S.G.P.#8 Precarietà operaia, lotte di resistenza, lotte di offensiva: presentazione di due libri sulla condizione operaia di ieri e di oggi

Coordina: Uniti contro la crisi, Intelligence Precaria. Domenica 16 Gennaio, Sala 1, dalle 10.00 – 13.00.

Prendendo spunto dalla presentazione di due libri sulla condizione operaia, molto diversi e soprattutto riferiti a tempi diversi (il più recente è G. Cremaschi, Il regime dei padroni, Editori Riuniti, 2010, riferito all’attualità e all’evoluzione della situazione Fiat; il secondo è G. Sbrogiò, D. Sacchetto (a cura di), Quando il potere è operaio, Manifestolibri, 2009, che invece narra del periodo dell’Autonomia Operaia di Porto Marghera negli anni ’70), il workshop intende offrire un primo momento di discussione sulla realtà della ”precarietà operaia”: una precarietà, che oggi, sempre più va intaccare quelle certezze di stabilità di lavoro che sino a pochi anni sembrava intoccabili. La crisi della contrattazione collettiva, l’attacco ai diritti fondamentali del lavoro, l’estendersi del ricatto che obbliga sempre più a scegliere tra diritti e lavoro (ovvero reddito), hanno da un lato spazzato via qualsiasi opzioni concertativa e riformista, dall’altro hanno evidenziato come una politica di sola resistenza e difesa dei diritti dei lavoratori a lungo non è in grado di reggere. Nuove strategie sindacali e nuove proposte sono oggi sempre più all’ordine del giorno.
Saranno presenti gli autori.