Unicef: sale degrado infanzia in Italia

Ansa.it – 2 aprile 2011

Allarme nel nostro Paese: in aumento famiglie in cui mancano i beni essenziali

FIRENZE  – Negli ultimi anni, in Italia “rileviamo un aumento del degrado delle condizioni di vita dei bambini e degli adolescenti più che nei paesi in via di sviluppo. Sia in termini di povertà relativa sia per quanto riguarda gli investimenti pubblici. Ridurre i fondi ai comuni è stato un errore, i diritti dell’infanzia nel nostro paese sono per questo compromessi”. E’ l’allarme che lancia il presidente dell’Unicef Italia Vincenzo Spadafora a margine del meeting dei volontari in corso a Firenze ed in programma fino a domani, 3 aprile. “Da circa tre anni, da quando sono presidente dell’Unicef – afferma Spadafora all’ANSA – giro in continuazione l’Italia e posso testimoniare che vedo un aumento delle famiglie in cui mancano i beni essenziali, a volte ai figli non viene garantito il cibo. Mi viene in mente Napoli, che è la mia città e che conosco, ma anche alcune periferie del Nord”. All’origine di ciò, il forte calo delle risorse ai comuni: “un grosso errore per le ricadute sul welfare locale”. Il presidente dell’Unicef Italia ha riferito poi che da New York, sede dell’Unicef internazionale, “arriva l’invito al nostro comitato per fare pressione nei confronti del governo”.

“Si tratta di fatti oggettivi: questo governo ha tagliato la stragrande maggioranza dei fondi destinati ai comuni per le politiche per l’infanzia. Quando andiamo dai sindaci per proporre loro interventi ci dicono ‘non abbiamo soldi'”. Questo produce in genere, per Spadafora, un calo dei diritti dell’infanzia e l’adolescenza. Qualche esempio? “il diritto all’istruzione pubblica è messo in discussione dalla recente riforma; il piano nazionale dell’ infanzia è stato approvato, elenca principi ma non prevede mezzi economici adeguati, c’é uno stanziamento simbolico. E’ evidente che la prospettiva dell’area dei diritti, delle politiche sociali, ed in particolare dei bambini, non è una priorità per il governo”. “Non posso dire al governo ciò che andrebbe fatto – ha osservato ancora Spadafora – di sicuro c’é un dato tristemente coerente con questo governo. Ogni volta che proponiamo qualcosa ci viene detto non abbiamo i soldi. Così non si può andare avanti”.