Lavoratori Uniti contro la Crisi
Dei coordinamenti e dei comitati, delle delegate e delegati, delle lavoratrici e lavoratori in lotta contro la crisi
Per la costruzione unitaria e dal basso di tutte le prossime mobilitazioni contro le scelte di governo padroni e sindacati corrotti
Non ostante le bugie raccontate ai TG e dai giornali dagli esponenti di Confindustria e Governo, la Crisi internazionale del capitalismo è tutt’altro che finita. Di conseguenza l’attacco senza precedenti alle nostre condizioni di lavoro e ai nostri salari si sta amplificando e portando alle estreme conseguenze.
Dopo la finanziaria, la quasi certa approvazione del “collegato lavoro” e i diktat sull’austerità promossi dalla comunità europea, i padroni non sono soddisfatti e hanno concretamente trasformato unilateralmente in pratica, sostenuti da cisl-uil-ugl e dall’inerzia CGIL, tutte le loro richieste di flessibilità, precarietà, e produttività.
Il piano Marchionne evidentemente non è un attacco contro gli operai FIAT, ma un ariete costruito ad arte per dare la spallata finale a ogni garanzia salariale e normativa dei lavoratori, pubblici e privati, in pieno accordo con CONFINDUSTRIA e Governo.
Infatti la sua immediata conseguenza è la disdetta del CCNL metalmeccanico, per dare seriamente il via alla distruzione dei diritti introdotta dal contratto firmato da FIM e UILM.
Sul fronte dei precari della scuola si sta portando avanti come un treno senza freni il più grande licenziamento di massa della storia repubblicana. Attacco esteso anche alle università dove migliaia di ricercatori precari rischiano il loro posto di lavoro. Viene sancita quindi la fine di una scuola ed università pubblica e di qualità ed un diritto allo studio sempre più negato alle classi popolari.
Prosegue la campagna di criminalizzazione dei dipendenti pubblici,sfociate nel blocco delle retribuzioni per altri 4 anni e nella sospensione del rinnovo delle elezioni delle RSU.
Come se non bastasse continuano i processi di privatizzazione dell’acqua,della sanità e di tutte le aziende pubbliche locali.
Davanti a questo attacco fortissimo noi lavoratori non riusciamo ad opporre una resistenza capace di dare almeno dei minimi risultati contro l’enorme piano di ristrutturazione del capitalismo.
Il sindacalismo di base, pur contribuendo in modo significativo nelle lotte di resistenza, allo stato attuale dimostra ancora i suoi limiti e una insufficiente capacità di attrazione tra le classi lavoratrici.
La FIOM invece, l’unico sindacato tra i confederali, incatenata da decine di contraddizioni interne, fortemente limitata da una CGIL che non vuole rinnegare la via della concertazione coi padroni, oppone un corretta resistenza di principio che però non si traduce immediatamente in una forte mobilitazione almeno tra i metalmeccanici.
In questa situazione di profonda sconfitta che stiamo attraversando, in cui anche le singole vertenze contro le chiusure e i licenziamenti stanno mostrando tutti i limiti dell’isolamento e della mancanza di prospettiva, tutti noi lavoratori dobbiamo ritrovare la capacità di riunirci, di riorganizzarci in maniera autonoma e indipendente, per ricostruire la nostra capacità di organizzazione e resistenza e mettere efficacemente in discussione fino a rigettare i piani di ristrutturazione dei padroni.
Dopo la riunione del febbraio scorso a Roma, nella quale lanciammo la proposta di cominciare a lavorare per la costruzione di un coordinamento stabile di lotta nazionale contro la crisi, nel quale ricomporre e organizzare le lotte dei lavoratori di tutti i comparti, crediamo sia giunto il momento di riconvocarci e rilanciare la piattaforma comune di tutti i lavoratori in lotta, organizzare la partecipazione comune alla manifestazione del 16 ottobre a Roma per renderla una giornata di riorganizzazione e ricompattamento di tutta l’opposizione di classe nel nostro paese, per promuovere una mobilitazione dal basso, articolata e permanente fino all’autorganizzazione dello sciopero generale come momento finale e decisivo di una grande mobilitazione di massa dei lavoratori contro governo e padroni.
- per bloccare i licenziamenti, le chiusure di fabbrica, le esternalizzazioni, i tagli alla scuola e alla spesa sociale.
- contro le speculazioni edilizie e finanziarie, principali cause di chiusure e delocalizzazioni
- per la distribuzione del lavoro che c’è – lavorare meno e lavorare tutti – a parità di salario. Accesso al reddito garantito.
- per la stabilizzazione di tutti i precari e gli atipici
- per dire No all’eliminazione del CCNL e alla ristrutturazione di tutto il mondo del lavoro.
Chiediamo ai coordinamenti e ai comitati di lotta, alle Rsu, ai lavoratori e alle lavoratrici, ai disoccupati, ai cassintegrati, agli immigrati di sottoscrivere questo appello e partecipare al secondo incontro nazionale!
SABATO 9 OTTOBRE
ORE 11.00
ALL’ARCI BELLEZZA
Milano, via Giovanni Bellezza 16, nell’ambito degli stati generali della precarietà.
Per aderire all’appello: coordinamentolucc@yahoo.it – 3494906191 – 3495107754
Primi firmatari:
Coordinamento Lavoratori Uniti Contro la Crisi, Milano; Comitato di Lotta per il Diritto al Lavoro, Livorno; Assemblea Lavoratori Autoconvocati, Torino; Coordinamento Lavoratori Autoconvocati, Roma