Si scrive sciopero generale, ma si pronuncia sciopero precario.

Da più parti e con insistenza si invoca la presa di una piazza per catalizzare la rabbia e lo sdegno e dare inizio a una sollevazione che ci liberi da Berlusconi. Ma più che una piazza noi crediamo che il momento decisivo sia uno sciopero che parli di precarietà, agisca nella precarietà e coinvolga precari e precarie. Certo, siamo stanchi di subire l’offensiva di questo governo che peggiora le condizioni di vita di lavoratori, precarie e migranti, e le immagini che provengono dal Maghreb ci trasmettono vibrazioni positive.


Ma vogliamo fare alcune precisazioni. L’occupazione di una o più piazze non sarebbe di per sé risolutiva, anzi rischierebbe di concentrare il malumore senza coinvolgere quei soggetti che benché colpiti dalla crisi sono ancora incerti. I media avrebbero gioco facile nel descrivere questo gesto come una forzatura dei soliti noti di sinistra che, già ci sembra di udire i commenti, strumentalizzano le sacrosante ribellioni nordafricane e creano scenari apocalittici contro la democrazia italiana. E poi non ci basta cacciare Berlusconi con l’azione giudiziaria o sulla base di indubbie ragioni “morali”. Vogliamo di più: mettere in crisi il sistema di potere rappresentato da Berlusconi e incarnato nella precarietà. Il momento che consideriamo ben più importante è lo sciopero generale. In questi giorni la Cgil, spinta e anche un po’ costretta dagli eventi, ha indetto lo sciopero generale, anche se non ha specificato data e modalità. Temiamo comunque che questo importante passaggio possa essere depotenziato e appiattito su posizioni politiche vaghe o su rivendicazioni contrattuali. Noi invece pensiamo che in questo momento uno sciopero generale giocato tutto in attacco contro la precarietà parlerebbe trasversalmente a gran parte della popolazione, compresi i migranti. La crisi ci ha resi tutti e tutte (tranne chi vive delle rendite e dei profitti sul nostro lavoro) più poveri e precari. Questo è l’argomento unificante. Per essere veramente generale, lo sciopero deve saper coinvolgere anche chi non ne ha diritto: per farlo non serve un’investitura celeste ma un segnale forte. Bisogna costruire un richiamo deciso, un tam tam efficace che sappia attraversare le praterie sociali e precarie per chiamare a raccolta corpi, desideri e rabbia di tutti coloro che sono precarizzati: atipici, disoccupate, poco garantiti, indecise, confusi e anche gli impauriti. Ne abbiamo parlato in due edizioni degli Stati generali della precarietà e in diverse città stanno nascendo laboratori di discussione, innovazione e sperimentazione su sciopero e precarietà. Se ne discuterà anche all’Assemblea nazionale dei lavoratori autoconvocati che si tiene oggi a Roma. Per parlare a tutti, lo sciopero non deve concentrarsi sulla firma di questo o quel contratto, ma rivendicare reddito e diritti nel lavoro e per chi è senza il lavoro. Lo sciopero generale dev’essere partecipato e rivolto contro la precarietà: per noi si scrive sciopero generale ma si pronuncia sciopero precario. In questo senso la presa di una piazza evocata può assumere una connotazione ben più trasversale e radicale, rompere le diffidenze e dare un segnale di unità comprensibile da tutti e tutte. Parliamone. San Precario

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1 comment to Si scrive sciopero generale, ma si pronuncia sciopero precario.

  • PROGETTO SCIOPERO GENERALE AD OLTRANZA

    Insieme con un gruppetto di amiche ho iniziato su facebook a costruire un piccolo progetto per unificare le piazze italiane.

    Siamo partite da una lettera aperta a Landini, che è colui che al momento parla maggiormente di sciopero, ma il progetto si propone, una volta acquisito un certo numero di firme, di proporre a tutti grandi gruppi facebook di indicare attraverso la decisione dei propri iscritti, un valido argomento per il quale sarebbero disposti a partecipare ad uno SCIOPERO GENERALE AD OLTRANZA di produzione e consumi.

    La domanda che porremmo è: “per cosa saresti disposto a partecipare ad uno sciopero generale ad oltranza di produzione e consumi? ”

    Esempi di risposta potrebbero essere per il M5S la discussione della proposta “PARLAMENTO PULITO”…per il M.A.I. (150.000 iscritti) la richiesta di dimissioni al premier…per “la valigia blu” (205.000 iscritti) le dimissioni di Minzolini o di Masi…e così via.

    E’ comunque un tentativo da fare, secondo me, che offre meno rischi rispetto a ciò che sta accadendo in Egitto e prima o poi accadrà anche qui…

    La pagina di RACCOLTA FIRME e la lettera aperta a Landini è disponibile a questo indirizzo:

    http://www.causes.com/causes/571834-sciopero-ad-oltranza-raccolta-firme/about?m=96b7de55

    LETTERA APERTA A lANDINI

    Stimatissimo Sig. Landini
    Mi rivolgo a Lei con questa lettera aperta perché la ritengo tra le poche personalità italiane che hanno la volontà, la capacità ed i mezzi per agire concretamente contro un sistema politico/economico predone, che ha impoverito gran parte degli italiani.

    Io ritengo che le azioni della FIOM, che Lei degnamente rappresenta, siano tutte destinate al fallimento, perché le rivendicazioni sono attivate soprattutto a difesa dei diritti di una categoria di cittadini, già preventivamente frazionati e sapientemente messi dal sistema gli uni contro gli altri, come Lei ben sa.
    Io sono convinto che questo infame sistema lo si possa battere soltanto agendo con lotte in nome di tutti i cittadini italiani e con una tattica che chi agisce possa, con la propria azione/inazione, coinvolgere anche “obtorto collo”, quei cittadini che un tempo si sarebbero stati definiti “crumiri”; a volte il più efficace modo di agire è il “NON AGIRE” per lunghissimo tempo.

    Lei mi ricorda Leonida, il re spartano che alle Termopili si immolò insieme ai suoi 300 valorosi guerrieri. Con il suo sacrificio salvò Sparta (FIOM), La Grecia (tutti i lavoratori italiani, crumiri compresi), e l’Occidente (i lavoratori dell’Europa occidentale), dal dominio persiano (l’attuale sistema).
    Io ritengo che Lei, con una strategia mirata, ed una tattica adeguata e senza sacrificare se stesso ed i suoi “300 valorosi” e altri sostenitori del momento, possa salvare la grave posizione politico/economica di moltissimi cittadini italiani, molti dei quali addirittura inconsapevoli dei pericoli che stanno correndo.
    Immagino alcune sue perplessità nel leggere questa leggera e anche le ovvie domande che Lei è tenuto a porsi ed a pormi, ovvero:

    1) COME?
    2) QUANDO?
    3) PERCHE’?

    1) Con lo SCIOPERO GENERALE AD OLTRANZA!
    2) OGNI VOLTA che si dovrà contrastare una proposta di legge nefasta per la maggioranza dei cittadini italiani, soprattutto i più deboli economicamente; figura che corrisponde quasi sempre a chi produce ricchezza vera; oppure quando si desidera abrogare una legge con le caratteristiche sopra esposte. IL REFERENDUM E’ UN GIOCATTOLO INOFFENSIVO ORMAI!
    3) PERCHE’ è l’unico mezzo democratico a disposizione dei cittadini italiani; oltre resta solo la violenza. PERCHE’ gli scioperi di alcune ore o di qualche giorno, o a singhiozzo servono a nulla ormai e sono controproducenti. PERCHE’ gran parte dei cittadini sono stati “lobotomizzati” da anni di incultura televisiva e altri diversivi e, per tale ragione sono stati resi socialmente incapaci di reazioni adeguate alle azioni predatorie di ricchezza e di diritti civili attuate dal sistema politico/economico attuale; essi, come dei fanciulli, si accontentano di pietruzze colorate, specchietti e monili di poco conto in cambio della ricchezza da loro prodotta e della loro dignità. PERCHE’ i “valorosi 300” schierati in PRIMA FILA, con lo SCIOPERO GENERALE AD OLTRANZA calamiteranno nelle loro file (è già avvenuto con il referendum) altri cittadini perfettamente coscienti della situazione, e non necessariamente metalmeccanici. Lo sciopero ad oltranza di tutti costoro uniti insieme, sarà sufficiente a non permettere ai cittadini “lobotomizzati” e crumiri di continuare ad essere funzionali al sistema, in quanto mancando al sistema una certa quantità di “ingranaggi”, per un numero incalcolabile di giorni, neppure i crumiri potranno giovare al sistema ed esso sarà destinato a cedere o crollare. PERCHE’ se i cittadini italiani non lotteranno fino in fondo ora che ancora dispongono di un minimo di energia e di risorse per farlo, tra qualche tempo saranno senza forze e dovranno accettare ogni condizione sarà loro imposta, come successe qualche mese fa, ai cittadini greci che si ribellarono quando ormai era troppo tardi.
    Se si deve “morire”, è meglio iniziare la lotta quando ancora le forze ci permetteranno di
    farlo, piuttosto che aspettare di morire d’inedia.

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