Sea Handling: facciamo un po’ di chiarezza

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Ciò che è accaduto in questi giorni negli aeroporti metrolombardi merita una descrizione accurata, poiché i fatti oltre che essere oltraggiosi per la dignità e i diritti dei lavoratori costituiscono un lampante esempio del peggiore e collaudato stile italiano – confondi, truffa, piangi, arraffa e incassa – nella gestione del patrimonio di interesse pubblico.

L’ANTEFATTO

La Sea è l’azienda che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate. Attualmente l’azionista di maggioranza è il Comune di Milano con il 54% delle quote.
Negli anni passati (dal 2002 al 2010), dopo varie vicissitudini, Sea Handling S.p.A. avrebbe ricevuto dei finanziamenti pubblici sotto forma di ricapitalizzazioni da parte della capogruppo Sea S.p.A. Ciò ha mosso l’attenzione e sollecitato l’intervento della comunità europea garante dei vincoli di libera concorrenza nel settore. Ad esito del procedimento apertosi avanti alla Commissione Europea, Sea Handling S.p.A. è stata quindi condannata a restituire a Sea S.p.A. 360 milioni di euro (l’ammontare dei finanziamenti) oltre agli interessi per un importo complessivo di 452 milioni di euro.

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Rappresentanza da ripensare o Informazione da ripensare?!

PuntosanPrecarioCara S.ra Coppola, giornalista del Corriere della Sera
dal racconto da Lei effettuato si evince quanto poco Ella sia informata sulla bocciatura dell’accordo tra i vertici Sea ed i sindacati del 4.06.14.
In primo luogo, la questione non è salvare Sea Handling, che è costretta a chiudere per errori della dirigenza, ma preservare i diritti dei lavoratori che non hanno responsabilità alcuna. Sarà novecentesco considerare la dignità del lavoro qualcosa di importante, ma non si può essere sempre modernisti.
Quanto al “sedicente studio legale che promette miracoli” forse sarebbe il caso di citare il nome per esteso, giusto per non essere confusi per Ilprofeta&gliapostoli&associati a cui sembra riferirsi Lei. Infatti lo Studio Legale Associato Paulli Pironti Laratro é forse poco conosciuto dalle redazioni, ma é ben noto ai lavoratori, per i quali negli ultimi dieci anni ha seguito numerosi contenziosi giudiziari tra cui una vertenza per circa 200 lavoratori di Sea Handing portata a termine con successo; è stato il primo a far riconoscere, nel lontano 2005, l’illegittimità dei contratti precari in aeroporto. Quindi non si occupa di miracoli ma di diritti anche se i due campi di intervento sembrano convergere molto ultimamente.
Lo studio legale fa peraltro riferimento alla’associazione sindacale San Precario che da anni ogni primo maggio porta decine di migliaia di precari e di precarie in piazza.
Quindi meglio informarsi e non confondere la tutela legale dei diritti acquisiti dai lavoratori durante tutte le fasi della trattativa, con risibili e subdole manovre: non si sono promessi miracoli, si son voluti difendere diritti che – questo sì che é aberrante – vengono visti ormai come privilegi e non quali condizioni minime garantite dalla legge nei passaggi da una societá all’altra.
CI tocca citare un’altra imprecisione: non c’è mai stato alcun “volantino” ma una lettera raccomandata regolarmente sottoscritta da 377 lavoratori (tra Linate e Malpensa) e spedita a Sea S.p.A., Sea Handling, Airport Handling ed a tutte le organizzazioni sindacali.
Insomma nel leggere il suo resoconto ci siamo sentiti trattati un po’ come i becchini della Sea, quando in verità ci tocca il più modesto ruolo di officianti di parenti e amici traditi dal solito parente scroccone.

articolo Corriere della Sera del 15 Giugno 2014
Rappresentanze da ripensare di Alessandra Coppola

 

 

Negli aeroporti milanesi i lavoratori hanno vinto!

logoseaE’ un caso emblematico quello di Sea Handling, che in un colpo solo accorpa tutte le magagne e le nefandezze della gestione imprenditoriale di aziende di pubblica utilità, della collusione stato-imprese e delle politiche concertative sindacali. Sea è la società che gestisce i due scali milanesi, Malpensa e Linate. Malpensa (con il piano Malpensa2000, ve lo ricordate?) doveva essere il volano dell’economia lombarda così come si dice – 15 anni dopo – che dovrebbe essere Expo. Sappiamo tutti come è andata. Prosegui la lettura »

Cronaca dell’#epicfail di #askexpo

BoBis8ICIAExbR8Per chi non avesse potuto seguire ieri la diretta twitter, di seguito la cronaca di quanto accaduto.
In una delle prime occasioni di apertura e trasparenza della comunicazione Expo, il mito del grande evento va in frantumi sotto una pioggia di tweet che chiedono lavoro vero e non volontariato gratuito e stage a 1€ l’ora.

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Job Acts vs Razzi

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