Oltre il welfare verso il commonfare

Riappropriazione della ri/produzione sociale, riappropriazione della rendita sociale

CONVEGNO INTERNAZIONALE UNINOMADE

Tra proteste e occupazioni di piazza che mettono esplicitamente in scena il diritto a un nuovo modo di stare nel mondo, il potere imperiale diffonde su tutto il globo il mantra dell’austerità. Mentre vengono immaginate e proposte ulteriori restrizioni economiche che rischiano di allargare ulteriormente la povertà e il rancore sociale, noi siano convinti di avere una responsabilità. Non vogliamo l’assegnazione di un posto tra i cosiddetti “saggi”, la casta dei tecnocrati che vengono proclamati salvatori del Paese e dell’Europa. Noi vogliamo saggiamente ragionare, dentro una dimensione transnazionale, di problematiche inerenti il nostro futuro di uomini e donne.

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San Precario’s benefit @cascina Torchiera

Venerdi 25 novembre dalle 22.30

musica trash e dintorni con Enver Brothers meet San Precario.

Serata in supporto dei torpedoni precari.

Inspira conflitto cospira precario!

¿il nostro tempo è adesso? Da sempre precari!

E’ interessante leggere le 10 proposte che la rete nazionale “Il nostro tempo adesso” ha presentato nell’assemblea nazionale del 19-20 novembre dall’ambizioso titolo “Liberiamoci della precarietà”. Si tratta di 10 punti, nella maggior parte dei casi, condivisibili. Chi non è, infatti, d’accordo con affermazioni “Contratto stabile per un lavoro stabile”, “Il lavoro deve essere pagato bene”, “Garanzia della pensione”, “Diritto di voto e di sciopero per i precari/e”, ecc.? Alcune preposizioni sono più discutibili, come la richiesta di “un reddito minimo di inserimento”. Inserimento dove? Se la precarietà — come viene velatamente riconosciuto anche da “Il nostro tempo è adesso” — è sempre più esistenziale, perché allora si parla solo di “continuità di reddito” (quindi solo erogato quando non c’è il lavoro) e per di più funzionale all’accettazione di un (qualsiasi) posto di lavoro? Se la precarietà è esistenziale perché la vita stessa è diventata fonte di valore, perché non avere il coraggio di chiedere una “garanzia di reddito incondizionato”?
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Il paradosso dell’Italia

L’attuale situazione politica italiana è alquanto paradossale. Non è una novità, è una costante dell’Italia.

Soltanto un anno fa, da un punto di vista economico, non si riscontravano segnali che potessero far pensare ad una pressione speculativa così forte sull’Italia.
Non aveva tutti i torti il ministro Tremonti ad affermare che i fondamentali economici del paese erano sufficientemente solidi. Il rapporto debito/pubblico italiano era sì molto elevato (120%), ma, tutto sommato, lo stesso di 20 anni fa e nel corso della crisi dei subprime l’Italia aveva fatto registrare l’aumento più contenuto, di gran lunga inferiore a quello Usa (dal 60% del 2007 al 100% di oggi). Al netto della spesa per interessi, il rapporto deficit/Pil risultava inferiore a quello francese e inglese e di poco superiore a quello tedesco. Inoltre il tasso d’inflazione era in linea con quello europeo e la disoccupazione ufficiale (in realtà sottostimata rispetto a quella reale), pure.
Piuttosto, il problema economico dell’Italia è la bassa crescita, conseguenza anche dell’elevata precarizzazione del lavoro, che penalizza i settori a più alto valore aggiunto e la dinamica della produttività, e un’eccessiva concentrazione dei redditi che penalizza la domanda interna.

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Precari nella scuola: San Precario fa il miracolo, la Gelmini no

All’epoca della brillante idea del Collegato Lavoro una delle categorie più colpite fu proprio quella dei precari della scuola e in particolare dei docenti: in fretta e furia infatti si dovevano reclamare i propri diritti, magari per anni di precariato (in alcuni casi decenni), per non correre il rischio di vederli scomparire in un grande buco nero creato dalla legge del Governo Berlusconi per nascondere i problemi.

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Reddito di Base

San Precario

Quaderni di San Precario