Il 2011 è stato un anno che non dimenticheremo mai, l’anno nel quale è esplosa una molteplicità di movimenti in diversi territori in faccia al dominio debitocratico della governance economica, alla sospensione e deprivazione dei nostri diritti attraverso la dottrina dello shock che ci viene somministrata, e alla conseguente precarietà materiale ed esistenziale delle nostre vite. Lungo questo ciclo insurrezionale, dall’Islanda alle ultime sollevazioni in Russia e Ungheria, se qualcosa si è reso palese è l’avanzato stato di decomposizione dei sistemi politici e dei loro meccanismi di rappresentanza (non ci rappresenta nessuno!), così come il loro servilismo al comando capitalista (salvare le persone non le banche!).